Omelia (18-09-2009) |
Paolo Curtaz |
Pochi versetti sfuggiti alla censura maschilista che ci restituiscono un quadro della comunità degli apostoli a dir poco sconcertante... Gesù e i dodici, ci dice Luca, erano seguiti da un gruppo di donne che li aiutava nella predicazione e che si occupava di loro nelle faccende quotidiane. Già oggi la cosa sarebbe difficile da accettare, figuriamoci in un contesto misogeno come quello della Palestina del primo secolo! La donna, in Israele, non aveva una propria autonomia, ma era dipendente in tutto dal marito. Non poteva uscire di casa da sola, né esprimere un parere o parlare se non interrogata... Una figura di donna defilata e succube dei maschi di famiglia, come ancora accade nelle culture islamiche radicali. E Gesù che fa? Si fa seguire da un gruppo di discepole e affida loro, pure, il primo annuncio della resurrezione! Grandissimo Gesù che vede il cuore, che supera i contesti culturali, anche quelli più radicati nel cuore delle persone. Grande Gesù che ci aiuta a immaginare un mondo nuovo, dove uomini e donne, nel rispetto della propria splendida peculiarità, si integrano e si compensano per servire il vangelo nella propria sensibilità! |