Omelia (22-09-2009) |
Paolo Curtaz |
Già in Marco, ma anche qui, oggi, troviamo uno dei temi più innovativi e destabilizzanti della predicazione di Gesù: la nuova condizione famigliare del discepolo. In più di un'occasione Gesù snobba il legame parentale di sangue (anche con sua madre!) per proporre una nuova modalità famigliare: quella fondata sulla medesima esperienza di fede. La radicalità con cui Gesù vive il suo servizio al Regno, la convivenza fatta con gli apostoli e i discepoli che li accudivano, l'intensità dei rapporti interpersonali all'interno delle nuove comunità non lasciano dubbi: Gesù pensa che la comunità sia un'esperienza superiore ai legami famigliari, che pure rispetta e protegge. È vero: molti di noi hanno sperimentato nei legami di fede una autenticità e una forza maggiori di ciò che hanno vissuto nelle proprie famiglie di origine. Senza enfatizzare o idealizzare la vita comunitari cristiana, spesso segnata da dinamiche antievangeliche e piccine, bisogna pur riconoscere la verità delle parole di Gesù: fare esperienza di lui e della Parola, diventare figli del Padre e concittadini dei santi è un'esperienza così forte da sostituire i legami famigliari e parentali. |