Omelia (24-09-2009) |
Paolo Curtaz |
Erode non sa spiegarsi la missione e le ragioni del successo del Nazareno. Fantasmi lo perseguitano, sangue che gronda dalle sue mani di re fantoccio che si fa comandare dalla stizza di una concubina. Chi è mai costui? Il Battista? Erode caccia il pensiero con forza: ancora gli duole la decisione presa, da alticcio, durante un festino, di far uccidere quel profeta che egli, nonostante tutto, ascoltava volentieri e stimava. Decisione presa per non sfigurare, per non ledere la sua immagine davanti agli invitati, a causa di una stolta promessa fatta ad una adolescente. Chi è mai quest'uomo? Ancora oggi, dopo duemila anni di fatiche e di emozioni, il Nazareno fa discutere di sé: chi è mai quest'uomo? Un esaltato? Un folle? Un profeta? Un idealista? Gesù scuote, inquieta, smuove, emoziona, fa rabbrividire. È e resta un mistero per i potenti di ogni tempo che tentano di eliminarlo o di imitarlo o di blandirlo. Ma Gesù, libero, forte, presente, ancora accompagna i suoi discepoli. I regni crollano, i potenti scompaiono, la Storia, la grande mietitrice, tutto livella, tutto scompone. Ma Gesù, intatto, resta. E noi con lui. |