Omelia (12-10-2009) |
Paolo Curtaz |
Abbiamo sempre bisogni di segni, cerchiamo sempre conferme alla nostra fede. Non ne abbiamo ricevuti abbastanza di segni e prodigi nella nostra vita? La nostra vita non è forse costellata di piccole manifestazioni della presenza e della tenerezza di Dio? Gesù si lamenta, sconsolato, per una fede sempre in ansia, sempre bisognosa di prodigi. E la cosa ancora più dolorosa è il fatto che questa richiesta viene proprio dalle persone che dicono di avere fede, dai credenti di ieri e di oggi. Gesù cita la regina di Saba che si convertì davanti alla saggezza di Salomone e del percorso di conversione dei Niniviti dopo la predicazione di Giona: spesso sono i lontani a convertirsi e, davanti alla novità del vangelo, i più refrattari al cambiamento sono proprio i cristiani. Non c'è niente di peggio dell'annunciare Gesù ai cristiani, sanno già tutto! Teniamo il cuore desto, amici, pronto a riconoscere ogni piccolo segno della presenza di Dio, che si manifesta sempre nella concretezza del quotidiano, mai nei prodigi, e rendiamoci conto che ben più di Giona e di Salomone, c'è qui: noi possiamo, ogni giorno, ascoltare e seguire il figlio di Dio! |