Omelia (13-10-2009)
Paolo Curtaz


È esigente il Signore, specialmente con noi devoti. Chiede una sintonia assoluta fra il dentro e il fuori, fra il detto e il vissuto. All'apparenza anarchico e senza regole, in realtà il Signore riporta la Legge di Dio alla sua radice, alla sua origine, come manifestazione di fede, non come ostentazione di bravura e di devozione. Così ci obbliga, il Signore, ad essere sinceri e leali: non si bara davanti a Dio. Non spaventatevi, però: la stragrande maggioranza delle cose che facciamo sono frutto della nostra devozione, non una richiesta di Dio. Dio non è affatto severo con noi. Lo è se ci arrampichiamo sui vetri dell'esteriorità per mostragli che siamo dei pii credenti! Non chiede belle statuine, il creatore dell'uomo: sa bene che proveniamo dal fango. E suggerisce un atteggiamento che è del discepolo: diamo in elemosina ciò che c'è dentro noi stessi. Non misuriamo il dono, il gesto di bene che possiamo compiere, la disponibilità e la generosità. Diamo in elemosina il dentro, l'essenziale, ciò che siamo in profondità, il resto ci verrà in cambio, una misura colma e ben scossa ci sarà versata in grembo...