Omelia (24-09-2002) |
Paolo Curtaz |
Commento Luca 8,19-21 Se accogliamo la Parola di Dio e la viviamo – ci dice oggi il Maestro Gesù – siamo per lui fratelli. E' una splendida notizia quella di oggi: una nuova familiarità ci viene proposta, legami più forti di quelli del sangue, una nuova appartenenza. Credo sia l'esperienza di molti di noi: avere trovato in parrocchia o in un gruppo, rapporti molto più profondi e veri che non quelli che alle volte riusciamo a creare nelle famiglie di origine. E' vero: mi è successo di trovarmi lontano da casa, in culture molto diverse dalla mia, e di trovare dei fratelli, di incontrare dei discepoli come me. Ancora ricordo lo scorso settembre: con 30 pellegrini avevo organizzato un ritiro in Palestina, pochi giorni prima dell'11 settembre. Visitammo una parrocchia palestinese, in Galilea. Arrivammo col pullmann in mezzo a questo villaggio: il parroco, che ci aveva fatto preparare dei dolci e del caffè, ci illustrò la tragica situazione della Chiesa in Terra Santa. Alla fine celebrammo la messa in arabo e italiano: pur essendo giorno feriale vennero le ragazze a cantare (avevano imparato canti nuovi per noi!); alla fine i parrocchiani si fermarono a fraternizzare: si palpava nell'aria la commozione. Al ritorno - euforici - mi si avvicinò un adulto che aveva accompagnato la moglie in pellegrinaggio: uomo concreto, era piuttosto scettico rispetto alla fede. Mi chiese: "Don Paolo, da molto tempo conosci don Youssef e la sua parrocchia?" Guardai l'orologio e gli dissi: "Da due ore!" Fu l'occasione per spiegargli che avevo sentito al telefono Youssef, amico di amici, il giorno prima e conclusi: "Di': in quale organizzazione, o struttura, o club saresti stato accolto così, solo perché fratello cristiano?" Tacque, con gli occhi lucidi. Viviamo con gioia questa nuova familiarità, spalanchiamo all'accoglienza le nostre comunità e le nostre case, dispersi come siamo nelle nostre città, creiamo dei luoghi di complotto d'amore, in cui gioire della parola ricevuta e diventata concretezza nella nostra vita! Eccoci, Signore, fratelli nella fede, stupiti del poterci definire tuoi familiari. Che sempre la Chiesa comunità dei discepoli, il tuo grande sogno segreto, sia luogo di accoglienza, luogo di familiarità e di pace in cui la tua Parola diventa concretezza. |