Omelia (21-10-2009) |
Paolo Curtaz |
Ma quel "state pronti" a chi è rivolto? Agli altri, vero? Io sono un buon cattolico, insomma più o meno nella media: vado a messa ogni domenica, firmo l'8x1000 alla chiesa cattolica, compro pure e uso d'ogni tanto "Parola e preghiera", insomma, non un santo ma nemmeno uno sciagurato come quelli che si vedono in giro! Pietro pone la domanda a Gesù, leggermente spaventato. E forse era decisamente meglio tacere... Gesù rincara la dose: è vero, tutti devono stare pronti, ma molto di più coloro che già hanno ricevuto, che sono di casa, che conoscono bene lo sposo. A chi ha molto ricevuto sarà chiesto molto di più, a chi ascolta la Parola, verrà chiesto se l'ha vissuta nella quotidianità. Gesù è esigente, buono, non bonaccione. Incontrarlo non significa avere un posto garantito, ma impegnarsi a vivere con intensità e con tutte le nostre forze la logica del Regno. Il rischio, di sempre, per i credenti, è quello di sedersi sulle proprie acquisite convinzioni, sentirsi almeno un po' garantiti per la vita eterna. La logica di Dio, invece, è diversa, stordente, inquietante: proprio noi che abbiamo avuto la gioia di conoscerlo bene, il Cristo di Dio, siamo chiamati ad aspettarlo con maggiore convinzione. Stiamo pronti. |