Omelia (25-09-2002)
Paolo Curtaz
Commento Luca 9,1-6

Una delle tante pagine, nel vangelo di Luca, in cui Gesù manda i suoi discepoli ad annunciare la buona notizia. E' come se ci fosse una fretta, un'ansia di salvezza, un bisogno di far girare subito la notizia, di raggiungere ogni uomo per dirgli: amico, il Signore ti ama. Ma Gesù è attento anche allo stile dell'annuncio: una condivisione totale, un'essenzialità disarmante come a dire: non contate sui mezzi, non fate troppo affidamento sulla tecnica. Monito alle nostre comunità, per ricordarci che prima ci vuole il Vangelo e solo dopo le strutture e le organizzazioni, che le cose sono a servizio del Regno o non sono, che le strategie di marketing nel Regno falliscono. Poca apparenza, molta sostanza: è la concretezza dell'amore che annuncia la Parola. Bene allora – amici – riflettere sulle nostre strutture, sui nostri mezzi; ma, vi prego, senza scimmiottare chi sa convincere e sedurre con mezzi economici e tecnici ben più eclatanti dei nostri. Abbiamo un Maestro da annunciare, non un prodotto da vendere. Non ti scoraggiare, amico catechista, se i tuoi ragazzi preferiscono una scuola di sport al tuo incontro: tu puoi dar loro attenzione e amore che nessun allenatore è tenuto a dare; non ti abbattere, confratello, che vedi la gente correre all'ultima trovata New Age di moda, resta fedele con creatività al Vangelo che non accarezza lo Spirito ma lo riempie; e anche a te, lettore, lascia che la Parola ti raggiunga dove sei, la Chiesa non è una holding del sacro, una multinazionale dello spirito, ma il luogo della gioia e dell'annuncio dove la potenza di Dio si manifesta pienamente nella nostra debolezza. Teniamoci in equilibrio, dunque, senza cedere alle lusinghe delle soluzioni facili, ma senza rinunciare alla fatica del trovare parole nuove per dire Cristo. Diamo fiducia alla Parola del Rabbì che senza satelliti o Internet ha scavato un solco nella storia, il Signore chiede conversione ed entusiasmo, più che tecnica e grandi mezzi...

Non ci spaventi la nostra povertà, Maestro, nell'annunciare la tua parola in questa giornata. Tu che hai annunciato il Regno con la tua vita prima che con la parola, insegnaci ad essere strumento docile nelle mani del Padre come tu lo sei stato, Dio benedetto nei secoli.