Omelia (10-11-2009)
Paolo Curtaz
Commento su Luca 17,7-10

Il mese di novembre segna la fine dell'anno liturgico: a dicembre cominceremo l'anno nuovo con il tempo dell'avvento, tempo di attesa del Natale. Perciò, molte letture di questi giorni sono proiettate verso il futuro, verso il destino dell'uomo e del cosmo, verso l'altrove. Noi crediamo che il Signore Gesù, risorto e asceso al Padre, tornerà nella pienezza dei tempi per instaurare definitivamente il suo Regno. Nel tempo di mezzo, questo tempo che viviamo, ha affidato alla Chiesa, a noi, il compito di annunciare il vangelo ad ogni uomo, sostenuti dallo Spirito Santo. Questo è il nostro lavoro, a questo serve la Chiesa: a rendere testimonianza al Signore Gesù. Stiamo attenti, allora, a non perdere di vista il compito affidatoci, a vivere con impegno e convinzione ciò che il Signore ci chiede. Il Signore, poi, ci ammonisce a non cadere nell'errore di sentirci "padroni" del vangelo o di montarci la testa: siamo solo dei servi inutili. Inutili, certo, ma che il Signore sceglie per proclamare le sue meraviglie alle persone che oggi incontreremo. Dimoriamo nell'umile consapevolezza di essere strumento e nella serena fierezza di essere stati chiamati dal Signore a renderlo presente qui e ora...