Omelia (16-11-2009)
Paolo Curtaz


Passa il Signore. Passa nella nostra vita, quando meno ce lo aspettiamo, passa quando tutto, intonro a noi, è buio fitto. Passa, e ce ne accorgiamo perché qualcuno ne parla, perché ne avvertiamo la presenza. "Passa Gesù Nazareno": questo e solo questo dev'essere l'annuncio della Chiesa, il suo grido, la sua passione, dire ad ogni uomo che Gesà passa, che non tiene le distanze. Comunità di ciechi guariti, la Chiesa grida il suo Signore, grida al suo Signore perché altri, che dimorano nelle tenebre, possano infine vedere. Allora, se abbiamo fede, cominciamo a gridare con la forza della preghiera, chiediamo salvezza, urliamo la nostra solitudine e il nostro buio interiore. In quel momento molti, attorno a noi, ci dicono di tacere. "Dio non esiste", "Non si occupa di te", "Rassegnati". Il nostro mondo vuole ridurre l'incontro con Gesù a devozione personale, a ipersensibilità spirituale, a pia illusione, se abbiamo fede, se non cediamo, se ancora gridiamo dal profondo della nostra disperazione, il Signore si ferma e si avvicina. Se lo vogliamo, perché sempre Dio rispetta la nostra volontà, ci restituisce la luce interiore. Lodiamolo, oggi, insieme a tutta la comunità dei redenti!