Omelia (23-11-2009)
Paolo Curtaz


La vedova getta nel tesoro del tempio quello che ha per vivere, non il superfluo. Per lei la fede è qualcosa di serio, che coinvolge, che cambia, che tocca il cuore. E il portafoglio. La vedova vive di elemosina o della carità dei famigliari: non ha la previdenza sociale, né chi si occupi di lei, è l'anello debole della società e non era raro che una vedova giovane dovesse prostituirsi per sopravvivere. Questa vedova getta del necessario nel tesoro del tempio: poche decine di euro, una miseria rispetto alle grandi donazioni milionarie dei benestanti di Gerusalemme che vogliono che il loro nome sia ricordato (su apposita targa, immagino) come uno dei ricostruttori del tempio. Quel denaro, per lei così prezioso, probabilmente sarà finito a pagare l'addetto delle pulizie, ma poco importa. Il suo cuore è largo, è una cosa fra lei e Dio, non c'entra nulla la potente classe sacerdotale appena ricostituita. Gesù nota quel gesto, quella piccola offerta, quel piccolo dono. Loda il cuore, non la quantità, è stupito dalla generosità, non si ferma all'apparenza. All'inizio della settimana, amici, mettiamo nel tesoro del tempio ciò che ci è essenziale, facciamo della nostra vita un dono.