Omelia (25-11-2009) |
Paolo Curtaz |
Il regno vive nella violenza, Gesù ce lo ha detto. E un paradosso che viviamo ogni giorno: anche se annunciamo un vangelo di pace e di bene, molte persone lo vivono come un'aggressione, un giudizio, una limitazione alla loro (!) libertà. Perciò, periodicamente, i cristiani devono affrontare delle persecuzioni, anche fisiche, anche violente, anche mortali. Per noi, grazie al cielo, l'unico rischio che possiamo correre è che una collega d'ufficio ci prenda in giro per avere nella borsa o in tasca Parola e preghiera! Il Signore ci chiede di non prepararci una difesa, di fidarci e affidarci a lui, di non avere timore delle cose da dire. E difficile, specie in una società sfilacciata e confusa come la nostra, potere intavolare una discussione seria sulla fede: pregiudizi, ignoranza, arroganza sono, spesso, l'unico linguaggio usato e che, dalla televisione, è finito nella nostra vita reale. Viviamo con leggerezza, amici, lasciamo che sia lo Spirito a condurre i nostri passi, a muovere le nostre labbra, fidiamoci di colui che ci conosce e ci ama e che può benissimo usare le nostre povere vite per dare una testimonianza di pace e di luce... |