Omelia (27-11-2009) |
Paolo Curtaz |
Nel clima apocalittico, da fine dei tempi dei vangeli di questi ultimi giorni, spicca oggi la conclusione della parabola del fico con la splendida promessa di Gesù: i cieli e la terra passeranno, ma la sua Parola non passerà. Così è anche nella nostra vita: passano i governi, le amministrazioni, le lotte, le economie, le scoperte scientifiche, ma la Parola non passa. Se siamo discepoli, guardando alle nostre spalle possiamo leggere la nostra vita come il dispiegamento della misericordia di Dio, come una progressiva configurazione a Cristo. Questo cambiamento, lento ed inesorabile, si produce con la meditazione quotidiana della Parola, con l'entrare in comunione sempre più profonda con lo Spirito del Signore. Non lasciamoci turbare dagli eventi della vita, allora, restiamo saldi nella Parola che ci salva e ci riempie il cuore, che ci rende saldi davanti alle vicende della vita. Impariamo, aiutati dallo Spirito, a leggere gli eventi della vita e della Chiesa, sapendo che l'unico punto di riferimento è e resta la Parola. Questa Parola ascoltiamo, osserviamo, custodiamo, sapendo che davanti a tutti i cambiamenti della vita, lei sola permane immutata. |