Omelia (02-12-2009)
Paolo Curtaz


Lo stupore è l'atteggiamento che scaturisce dall'incontro col Signore. Come la folla che lo cerca portandogli i propri ammalati, anche noi lo cerchiamo per guarire le nostre profonde ferite interiori, ed esultiamo, nel vedere i ciechi vedere e i muti parlare. È vero: molte persone che vivono nella cecità interiore, quando incontrano il Maestro Gesù si aprono ad una luminosità inattesa. Molte persone rese mute dalla sofferenza, sciolgono la loro lingua per annunciare le meraviglie del Signore. Molti zoppi che faticano a camminare sulle strade della vita, trovano forza ed energia perché si sentono amati. Prepararsi all'avvento significa prendere consapevolezza che non siamo soli e che siamo amati. Amati con tenerezza, amati personalmente, amati efficacemente. Dio non è sulle nuvole a farsi gli affari propri, ma si rende accessibile e concreto, Dio non è un capriccioso egocentrico che chiede adorazione. Il Dio che Gesù viene a manifestare è il Dio attento ai bisogno delle persone, che interviene, non magicamente, ma chiedendo la collaborazione di tutti, per sfamare le tante persone che ancora non hanno trovato il senso della propria vita.