Omelia (08-12-2009)
Paolo Curtaz


Tre figure giganteggiano durante il tempo di avvento: Giovanni il profeta, Giuseppe il giusto, Maria la bella. Oggi, all'inizio del percorso, ci è proposta la fede cristallina e senza macchia dell'adolescente di Nazareth.

Maria è immacolata, cioè preservata dal peccato originale: questo dice, oggi, la festa che celebriamo. La frattura interiore che ognuno riconosce in sé, cioè la difficoltà di amare fino a colmare il nostro e l'altrui desiderio senza possesso, senza ombre, è cancellata in Maria, in previsione della salvezza operata da Cristo. Maria conserva questa trasparenza: nella sua vita tutto è "sì" all'amore e alla volontà di Dio, tutto in lei è realizzazione della santità che Dio semina nei nostri cuori, a partire dal momento del nostro concepimento. Celebrare il tempo di avvento significa recuperare lo sguardo trasparente di Maria, lo stupore nello scoprire un Dio che chiede collaborazione ad una ragazzina di tredici anni, che scende a compromessi, che chiede ospitalità, che decide di salvarci ma solo attraverso la nostra presenza, la nostra amicizia. Maria, nella sua disarmante semplicità, argomentando con il principe degli arcangeli, ci insegna ad avere un cuore talmente folle da credere che Dio può entrare nel grembo acerbo di una adolescente. Maria vive ciò che anche noi viviamo: col battesimo, ci troviamo nella sua stessa condizione, il nostro peccato è cancellato. Facciamo fiorire la santità in noi.