Omelia (10-12-2009)
Paolo Curtaz


Gesù stesso proclama Giovanni come il più grande uomo mai esistito. Per la sua coerenza, per la sua forza interiore, per la sua radicalità, Giovanni è davvero il profeta per eccellenza. Eppure, specifica Gesù, anche il più piccolo dei discepoli è più grande di lui! Che responsabilità... Ma, aggiunge il Maestro, di Giovanni dobbiamo imitare due atteggiamenti: la sua forza interiore, la sua violenza intesa come volontà ferma, la sua capacità di rinuncia a ciò che distoglie dal Regno. E la sua capacità ad affrontare la violenza che sempre si scatena contro gli uomini di Dio, ieri e oggi. Vivere nella verità, alla luce del Vangelo, scatena sempre le ombre in e intorno a noi. Giovanni chiude la grande rivelazione che da Mosè, attraverso i Profeti, è arrivata fino a lui. Dopo Gesù, non c'è più bisogno di profezia, se non per capire e interpretare quanto egli, Gesù, ha detto di Dio. Giovanni è l'Elia che doveva venire, il profeta di fuoco che il popolo pensava dovesse tornare per preparare la venuta definitiva del Messia. Se Gesù identifica il Battista con Elia, allora Gesù è il Messia che tutto Israele sta aspettando. E noi con lui.