Omelia (17-12-2009) |
Paolo Curtaz |
Inizia il conto alla rovescia per il Natale, vogliamo prepararci con maggiore intensità, far diventare "Betlemme" la nostra vita, perché Dio trovi spazio in noi per nascere, per rinascere. E, in questi ultimi nove giorni, leggiamo i vangeli che hanno a che fare con le profezie e la nascita del Signore a partire dalla curiosa genealogia di Matteo. Non è un albero genealogico di un nobile, e la sua finalità non è storica, ma teologica: Matteo cuce insieme la storia della salvezza, ci svela che il desiderio di Dio di salvarci proviene da lontanissimo, dall'inizio. La redenzione è la conseguenza della Creazione e della volontà di Dio di manifestarsi agli uomini. Così, nell'intreccio di persone note e di persone sconosciute, di giudei con stranieri, di uomini con donne, di santi con peccatori, si disegna il luminoso progetto di Dio che trova il suo compimento in Cristo. Cristo che è l'ultimo anello di questa catena, è pregno di tutte le luci e le ombre degli uomini e che Dio desidera assumere in pienezza. Dio non disdegna farsi uomo, non ha paura di innestarsi in una storia fatta più di ombre che di luci. Ecco: Dio desidera diventare uno di noi, davvero. |