Omelia (23-12-2009) |
Paolo Curtaz |
Nasce Giovanni, il figlio del prodigio, della gioia donata a due genitori rattristati dalla loro sterilità. Nasce come un'aurora che lascia intuire una giornata luminosa e radiosa, come anticipo della venuta del Messia. Al momento della circoncisione tutti suggeriscono al povero Zaccaria di usare un nome proveniente dalla famiglia, Elisabetta, ora non più timida e vergognosa, alza la voce e chiede di mettere al bimbo il nome assegnatogli dall'angelo. Sconcerto, imbarazzo: da quando le donne parlano e impongono un nome? Zaccaria obbedisce, finalmente. Non alla moglie, ma all'angelo di Dio, sovvertendo le regole, lasciando intendere quanto grande e quanto diverso sarà questo bambino, il profeta appassionato, l'austero asceta le cui parole saranno come schiaffi in pieno volto. Dio è sempre così: chiede cambiamenti radicali, prese di posizione inusuali, atteggiamenti che, addirittura, alcuni considerano poco devoti. Prepariamoci a questo Natale imminente in obbedienza, amico lettore, lasciamo che sia il Signore a scegliere quale nome deve avere la nostra vita, quale destino le nostre scelte, quale luce i nostri passi! |