Omelia (04-11-2002)
Paolo Curtaz
Commento Luca 14,15-24

Uff, paradosso della logica del Signore che ci viene a disturbare proprio lì dove siamo più sensibili: l'immagine e la gratificazione. Spieghiamoci: magari con una bella fatica abbiamo accolto la Parola, ci siamo convertiti, abbiamo messo l'essenziale al centro, lasciando da parte l'apparire, la carriera, la violenza del pensiero e delle parole; magari abbiamo anche scoperto la bellezza del silenzio e di una preghiera autentica ed orientata la nostra vita al dono di sé. Bene: esiste un ultimo terrificante nemico da combattere: la nuova immagine di sé, l'orgoglio spirituale. Sì perché l'avversario (che esiste e non è in alcun modo la caricatura fattane dal nostro tempo che parla di demoni da film ignorando il male che cova in ciascuno di noi) se può ci tende un nuovo tranello. Abbiamo appena cambiato vita ed ecco che subito ci sentiamo offesi nella nostra nuova dignità spirituale. Che diamine: che si veda almeno un po' che sono cambiato, che qualcuno plauda, che qualcuno strappi un (piccolo) gesto di ammirazione per la nuova faticata rettitudine! No, niente, zero. E' pazzesco ma il Maestro ci chiede di staccarci anche dalla gratificazione del bene, quella più difficile, di essere talmente liberi da amare senza aspettarsi - sul serio - nulla in cambio... Everest della spiritualità, questa richiesta, questo invitare a tavola chi non ha da contraccambiare, segno del dono gratuito di sé che Dio solo può dare, oceano del cuore questo donare e donarsi, questo spendersi nell'amore senza vedere risultati, nel nascondimento, certi, comunque, della dilagante profezia del regno che costruisco nel piccolo delle mie scelte.
Amici che iniziate la settimana: sorridete senza aspettare nulla in contraccambio, non scoraggiatevi se il vostro servizio in parrocchia non viene riconosciuto, amate i vostri ragazzi del catechismo anche se fuori dalla parrocchia riceveranno stimoli distanti anni luce dal vangelo, restate fedeli alla logica della dignità dell'uomo anche se in ufficio vi guardano con commiserazione...
Dio è gratis, come l'amore; la vita del discepolo diventa spogliazione come lo fu quella della Maestro... Perché se amiamo solo chi ci ama, o doniamo a chi ci dona in contraccambio, cosa facciamo di straordinario? Fanno così anche i pagani!

Signore, insegnaci a non calcolare il gesto d'amore che facciamo, a non aspettarci nulla in contraccambio, a guardare te, uomo libero e maturo, che hai saputo amare sempre con sguardo leggero ogni uomo, Dio benedetto nei secoli!