Omelia (06-11-2002) |
Paolo Curtaz |
Commento Luca 14,25-33 Parola spesse volte incompresa, quella di oggi. Ricordo un signore, che alla fine di una Messa, scherzando mi diceva: "Don, sono molto evangelico: odio mia suocera!" No, attenti, in ebraico per dire: sei di più, si scrive, tutto il resto è meno. Gesù oggi afferma che Lui è di più. Più di un affetto, più di una famiglia, più di qualsiasi altra gioia o soddisfazione che il mondo ci possa dare. Gesù ha la presunzione di colmare il cuore di chi lo segue, e perciò può essere estremamente duro ed esigente. Ma lo ascoltiamo? Non è forse perché la nostra sequela, il nostro camminare sui suoi passi è tentennante, che spesse volte la fede diventa carico, peso, fatica? Certo: ascoltare questa parola senza avere incontrato l'amore di Cristo è scoraggiante, e la fede ci appare, come troppe spesse volte appare, disumana, un sacrificio che, al limite, aggiusta la nostra coscienza verso il dovere di riconoscere l'onnipotenza di Dio. No: Gesù è così esigente perché sa di mantenere ciò che promette, sa che al discepolo che lo segue senza parentesi o tentennamenti, può donare la vita vera. La logica della croce - che non è in alcun modo la logica della sofferenza fine a se stessa! - è la logica di chi si fida, si dona, dimostra, come Gesù ha fatto inequivocabilmente, che si può amare fino al punto di donare la propria vita. Questa è la Sapienza vera, questa è la soluzione alla nostra ricerca ansiosa di verità e di felicità, questa è la condizione per vivere una vita in pienezza. Bisogna mettersi a tavolino e fare i conti, come il buon impresario del Vangelo: vedere se ci sto, se rischio, se ho dentro di me la sete e il coraggio necessari per iniziare l'impresa. Un'impresa che richiede, certo, un grande dispendio di energie: fidarsi. Un' impresa che mi chiede delle condizioni di partenza: desiderare l'assoluto, alzare lo sguardo per rintracciare le cose del cielo. Così facendo la nostra vita, da ora, cambia di prospettiva. Così, Signore, ci sfidi: puoi essere più della più grande gioia che possiamo sperimentare: quella dell'amore per un figlio, della passione per un'amante. Ci fidiamo di te, Signore, e - fatti bene i nostri conti - ti diamo fiducia, Dio che solo puoi saziare la nostra sete di infinito! |