Omelia (19-11-2010)
Monaci Benedettini Silvestrini
La mia casa sarà di preghiera

Quando Gesù ha posato il suo sguardo sulla città di Gerusalemme ed è scoppiato in pianto, probabilmente aveva sotto i suoi occhi anche la visione del tempio e degli atti sacrìleghi che ivi si compivano impunemente. «Lo zelo per la tua casa mi divora»: lo zelo per il Signore, che è dettato dall'amore e dalla giustizia, esplode in giusta ira contro i profanatori della casa del Signore. Gesù subiva con santa pazienza le continue insidie ed i frequenti insulti dei suoi nemici, che tramavano contro la sua persona, ma non può sopportare la violazione continuata e sacrilega della maestà divina. Ecco perché si munisce di una cordicella e scaccia i venditori dal tempio. Per poi ribadire: «Sta scritto: La mia casa sarà casa di preghiera. Ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri!». Gesù si riappropria del tempio e vi entra da vero Signore e Maestro: «Gesù ogni giorno insegnava nel tempio» nonostante che i sommi sacerdoti e gli scribi, in combutta con i notabili del popolo, cercavano di farlo morire. Quante volte i «sommi» di altri tempi e coloro che sono posti in autorità, con identiche minacce, hanno cercato di far tacere la verità, di ammutolire i portatori del Vangelo! È accaduto sin dai primordi della Chiesa ma accade anche oggi. La risposta è stata ed è ancora sostanzialmente sempre la stessa: «Se sia giusto innanzi a Dio obbedire a voi più che a lui, giudicatelo voi stessi; noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato». Quante volte le chiese sono state trasformate in vere e proprie spelonche di ladri. Quante ancora sono chiuse e dissacrate! Quante volte, anche ai nostri giorni, nella casa del Signore si compiono furti e atti sacrileghi! «La mia casa sia casa di preghiera...»