Omelia (26-11-2010) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Come vivere questa Parola? Il cielo e la terra, vale a dire tutto, proprio l'intero universo così incredibilmente vasto, è soggetto a caducità. Non c'è niente che resista al morso vorace del tempo. Delle stesse più famose civiltà (penso a quella etrusca e greco-romana) non rimangono che pochi resti da musei di archeologia. Eppure nel mio come nel cuore di ognuno c'è un'insopprimibile anelito all'eterno. Soprattutto quando ami e sei felice, vorresti che il tempo si fermasse. Non poter eternare l'esperienza dell'amore e della felicità è avere in cuore una spina che nessuno quaggiù potrà mai togliere. Ecco: è su questo quadro di fugacità (dunque di inconsistenza) che solo una realtà si erge inattaccabile, irremovibile la Parola del Signore. Proprio per questo la Parola è rimedio, è balsamo, è conforto. La Parola è luce di certezza nelle situazioni di dubbio, di forza e coraggio quando l'animo è debole, è quella terapia efficace che - in un mondo all'insegna dell'assoluta precarietà - ti dà orientamento e sicurezza. "Luce ai miei passi è la tua Parola, Signore" recita il salmista. Si tratta di servirsene. Ogni giorno e non una volta tanto. Oggi, nella mia pausa contemplativa, voglio concedermi la gioia di riposare il cuore in un salmo che mi sia di conforto: per esempio il salmo 22(23). Lo leggerò adagio, sostando su quelle espressioni che più mi toccano e che avverto stimolanti qui e ora. Signore, tu hai parole di vita eterna. Tu hai parole che non verranno meno mai. Aumenta la mi fede in esse e rendimi ad esse familiare. La voce di un medico santo Bellezza, ogni incanto della vita passa... Resta solo eterno l'amore, causa di ogni opera buona, che sopravvive a noi, che è speranza e religione, perché l'amore è Dio. Giuseppe Moscati |