Omelia (14-11-2002) |
Paolo Curtaz |
Commento Luca 17,20-25 Il mese di novembre ci accompagna verso la fine dell'anno liturgico e il tempo della preparazione al Natale, il tempo dell'Avvento. Leggiamo perciò in queste settimane quei brani del v angelo detti "apocalittici" in cui la prima comunità si interroga sul destino del mondo e della storia e attinge per la riflessione alle parole di Gesù. La domanda dei farisei è più che leggittima: quando verrà il Regno di Dio? Gesù replica che il Regno è già in mezzo a noi, siamo noi a costruirlo. Che la presenza di Dio, là dove Dio regna, è una presenza discreta, non evidente, che passa attraverso lo sguardo misterioso e fragile dei cuori, che richiede interiorità più che apparenza, silenzio più che rumore. Questi nostri fragili tempi propongono troppe volte una visione della fede (e del cristianesimo?) legata al miracolo, all'apparizione, al segno. Brutta fede la fede dell'eccezionalità, tempi tristi i tempi che cercano il fatto eclatante. Abbiamo dunque così tanto smarrito il dono dello Spirito da non riuscire più a vedere lo sguardo del Maestro nelle cose semplici, nella realtà quotidiana? Diventiamo rabdomanti del Regno, apriamo forte lo sguardo interiore per riconoscere i tanti segni della presenza di Dio nella nostra città, come carbonari della fede, sappiamo riconoscere nello sguardo e nel sorriso i fratelli di fede. Il Regno è in mezzo a noi, perché cercarlo altrove? Perché scegliere strade all'apparenza più semplici ma in realtà più ambigue come le strade del miracolo e dell'eccezione? Cercatori del Regno, siamo chiamati a lasciarci illuminare, come il lampo di un fulmine che brilla da un capo all'atro del cielo, dalla Parola del Signore Gesù. Ci vuole prontezza a riconoscerlo, ci vuole uno sguardo spalancato per lasciarsi illuminare dalla fugace presenza del Signore Gesù. Stiamo svegli amici, stiamo desti, come le amiche dello sposo con le lampade accese... Il Regno di Dio è in mezzo a noi, Signore. Donaci uno sguardo illuminato dalla tua Parola per poterlo riconoscere, Dio benedetto nei secoli... |