Omelia (30-11-2002) |
Paolo Curtaz |
Commento Matteo 4,18-22 Nell'ultimo giorno dell'anno liturgico, salutiamo Matteo e lo ringraziamo di averci illuminato col suo Vangelo, durante questo anno in cui egli ci ha parlato di Gesù come del nuovo Mosé, in cui ha fatto sentire vicina a noi la sensibilità della sua comunità di appartenenza, abbiamo condiviso la splendida esperienza di questo temuto e realizzato manager che ha lasciato tutto seguendo il Maestro di Nazareth. Oggi celebriamo la festa di Andrea, fratello di Pietro il pescatore, figura delicatamente marginale nel Vangelo, quasi nascosto dietro l'ombra del più imponente fratello. Anche Andrea, pescatore, ha lasciato le reti per seguire il Maestro, anche lui ha seguito Gesù nei momenti privilegiati: il Tabor, il Getsemani, anche lui ha sperimentato il doloroso senso di fallimento di fronte al tragico epilogo del venerdì santo. La tradizione vuole che Andrea abbia concluso i suoi giorni evangelizzando le comunità dell'attuale Grecia che riconosce in lui il fondatore della Chiesa di Costantinopoli, come Pietro fu Vescovo di Roma. Roma e Costantinopoli, due esperienze di Chiesa drammaticamente separate dalle incomprensioni e dagli errori della storia: separata dalla chiesa cattolica romana da quasi mille anni, la chiesa ortodossa ha continuato il suo cammino fino a noi oggi, evangelizzando le immense pianure russe e i paesi dell'est. Che la volontà di riunificazione, così profondamente cercata dagli ultimi papi, venga fecondata dalla preghiera di Andrea apostolo. Che sia lui a spingere la barca della sua Chiesa verso il dialogo e l'unione nel rispetto delle diversità. In attesa del ritorno del Signore, la Chiesa torni ad essere una perché il mondo creda, prendendo a modello lo splendido affresco nel sottotetto della collegiata di sant'Orso, nella mia Chiesa di Aosta. Lì, pochi decenni prima dello scisma, un pittore raffigurò l'episodio evangelico della tempesta sul lago: Gesù dormiente, i discepoli spaventati, e a prua e a poppa, in piedi, Pietro e Andrea, a spingere la barca tra i marosi, insieme. Ti preghiamo o Signore, per la preghiera di Andrea apostolo, in comunione con le Chiese ortodosse nostre sorelle: donaci di ricucire le ferite provocate dalla storia, perché la Chiesa sia una e il mondo creda! |