Omelia (29-11-2002) |
Paolo Curtaz |
Commento Luca 21,29-33 Occorre interpretare i segni dei tempi. Così i nostri vescovi, nello straordinario evento che fu il Concilio, invitavano le comunità a non rinchiudersi, a non imbalsamare il Vangelo, a non arroccarsi, ma a leggere la propria storia e le vicende umane alla luce del Vangelo per confrontarsi con il mondo. Il Vangelo è lo stesso, certo, il Signore Gesù è lo stesso ieri oggi e sempre, ma noi siamo cambiati, il mondo ha bisogno di parole nuove per dire le immutate verità su Dio e sull'uomo che la Chiesa professa da duemila anni. Conosco troppe comunità che si accontentano di mantenere l'esistente, senza interrogarsi sull'efficacia della propria missione, troppi confratelli scoraggiati da una pastorale piena di incombenze e povera di soddisfazioni, di una pastorale che mantiene l'esistente, ingabbiata in abitudini che soffocano sperimentazione e creatività, programmazioni che ruotano intorno a un modello di parrocchia che stanca tutti senza far davvero incontrare il Signore, pensiamo ad esempio alla fatica della catechesi che assorbe l'80% delle forze di una comunità con risultati scoraggianti. No, non abbiamo manuali da applicare, soluzioni semplici, abbiamo solo la fatica del confronto, il conforto dello Spirito e la nostra intelligenza illuminata dalla Parola. E proprio questa Parola che non passerà mai, che ha perforato milioni di cuori, che ha cambiato centinaia di migliaia di vite di uomini e donne di tempi e culture diverse, che deve sempre più essere al centro della nostra predicazione e del nostro annuncio. Troppe volte la nostra predicazione è stanca, o moralista, o astratta, o rabbiosa, le nostre assemblee domenicali subiscono commenti al Vangelo che non stanno né in cielo né in terra.. Se avessimo l'umiltà di avvicinarci alla Parola "sine glossa", a mettere da parte le nostre opinioni per riascoltare le opinioni di Dio! Animo, fratelli, diamo voce a Dio, sia la Parola a interrogarci nel profondo, a spingerci a confrontarci col mondo contemporaneo perché il mondo creda! La tua Parola non passerà, Signore, è giunta fino a noi e oggi ci illumina la giornata in attesa del tuo ritorno. Lode a te, Signore Gesù! |