Omelia (01-10-2002) |
Paolo Curtaz |
Commento Luca 9,51-56 Gesù si dirige decisamente verso Gerusalemme, letteralmente Luca scrive: "con il volto duro", con fermezza, e nei successivi 10 capitoli troveremo sempre Gesù in cammino verso questo interminabile viaggio. E' a Gerusalemme che si gioca tutto, Gesù sa dei rischi che corre, l'incomprensione aleggia nel suo cuore eppure, malgrado ciò, desidera fortemente affrontare il suo destino. Questa decisione stride fortemente con la brutta scena dell'intolleranza di Giacomo e Giovanni – sì Giovanni il mite, il discepolo che Gesù amava, il mistico, nessuno è immune dal rischio della violenza – e. Gesù rimprovera aspramente i suoi, toglie dal di dentro ogni ragione di violenza e di imposizione, esclude in modo assoluto l'adesione alla fede che non sia frutto di assoluta libertà. La tolleranza è difficile conquista, determinazione, Gesù è disposto a morire per affermare le sue ideee, per proclamare il volto di Dio, ma mai e poi mai userà del suo potere per vendicarsi o piegare la volontà degli uomini. Un Dio discreto, il nostro, lontano anni luce dall'integralismo che inquieta presunti devoti; certo il dialogo e l'incontro è cosa difficile, impresa ardua, eppure è la cifra del cristiano, lo stile del discepolo. Impegnamoci oggi a seguire il Maestro, che pur avendo il cuore in tumulto per ciò che lo attende a Gerusalemme, non lascia piegare il suo cuore verso la deriva della violenza e della rabbia. Signore quando ci sentiamo rifiutati e offesi nel nostro orgoglio spirituale, quando vorremmo che il fuoco scendesse su coloro che ci ostacolano, facci guardare verso Gerusalemme e verso la croce che tu hai liberamente accettato per svelare il volto di un Dio tollerante e remissivo. Ispiraci parole di dialogo e di pace, Dio benedetto nei secoli. |