Omelia (05-10-2002) |
Paolo Curtaz |
Commento Luca 10,17-24 I discepoli tornano pieni di gioia: la Parola del maestro, che loro annunciano prima del suo passaggio nei villaggi, suscita stupore, smuove i cuori, libera dalla paura e dalla tenebra... Si percepisce questa euforia nel racconto di oggi: Gesù gioisce per i suoi, Gesù gioisce per ciascuno di noi, quando abbiamo capito di essere chiamati a rendere testimonianza nella semplicità, Gesù gioisce della nostra gioia, ciascuno di noi è la gioia di Dio. Il Signore vede che la sua Parola diventa concretezza, si trasforma in annuncio, converte i cuori. Sta nascendo la Chiesa, la comunità di coloro che - trasformati dalla Parola di Dio - preparano la strada al Maestro e vivono momenti di comunione e di speranza in cui i serpenti della divisione e gli scorpioni dell'egoismo vengono sconfitti dalla nuova fraternità. La gioia più grande, però, deriva dal fatto dello scoprire di essere conosciuti e amati da Dio. Troppe volte facciamo l'esperienza dell'essere dimenticati e - in fondo - la più grande paura della nostra vita consiste nel non essere ricordati, cioè non amati. La più bella notizia della Scrittura è proprio questa: ognuno di noi è conosciuto e prezioso agli occhi di Dio, il nostro nome è scritto sul palmo della sua mano e mai saremo dimenticati. Iniziamo la giornata alla luce di questa parola, siamo la gioia di Dio e il nostro nome, il nostro destino è scritto nel cuore stesso di Dio! Anche noi, Signore, siamo pieni di gioia nel vedere che la tua Parola porta luce, scalda i cuori, incoraggia gli sfiduciati. Ma più di ogni altra cosa, ci riempie il cuore di gioia il sapere che il nostro nome è sempre davanti ai tuoi occhi, Dio amorevole benedetto nei secoli! |