Omelia (19-10-2002) |
Paolo Curtaz |
Commento Luca 12,8-12 Riconoscere Gesù: non è certo facile di questi tempi. Siamo schietti, per favore: essere cristiani cattolici è terribilmente fuori moda, non fa tendenza. Meglio, molto meglio, una vaga religiosità, una serie di esperienze new age e - soprattutto - un radicale atteggiamento liberale che ci rende molto politicamente corretti nei nostri distinguo per cui diciamo sempre. "Sì io sono cristiano, ma..." e giù con le eccezioni, i puntini sulle "i", gli occhielli alle "g", i trattini alle "t"... Attenti, amici, attenti a non vergognarvi del Signore davanti agli uomini, attenti a mettere la vostra sensibilità prima del vangelo, il giudizio dell'altro prima dell'amore ricevuto. In questi anni in cui ho prestato servizio al vangelo ho incontrato molte persone in cerca di fede, in discussione, e ho visto il "salto", il passaggio, quando ci si è sentiti coinvolti, quando si è difesa la propria fede. Non parliamo della Chiesa, poi! Ben difficile uscire fuori dai soliti schemi (alcuni peraltro che i nostri cattolici comportamenti fomentano!) per guardare con cuore spirituale, non mondano, la realtà della comunità cristiana. Amici, che dire? Gesù è stato fin troppo chiaro, e questa pagina dobbiamo digerirla "sine glossa", senza troppi commenti: non vergognamoci del vangelo, riconosciamo il figlio dell'uomo davanti agli uomini. Certo, non tutto è chiaro, subito, l'una o l'altra verità di fede mi risultano difficili, inutili, eccessive, non capisco. Fidati, amico, lasciati condurre, lasciati portare per mano, datti del tempo per conoscere. Ahimé questa è nota dolentissima del nostro cattolicesimo contemporaneo: la testimonianza dei cristiani è debole perché non preparata, non pronta. Quanto tempo dedichiamo, al di là delle legittime devozioni, all'approfondimento della fede? Quanto alla lettura di qualche buon testo di studio sulla Parola? Non possiamo certo rendere ragione della speranza che è in noi se non la conosciamo! Poi, ovvio, verrà lo Spirito Santo, ma a tempi duri si richiedono motivazioni forti (non intransigenti) per dare testimonianza al Signore. Donaci, Signore, di renderti testimonianza con la nostra vita, donaci, oggi, di dare ragione della speranza che è in noi perché altri fratelli uomini si aprano alla speranza di un mondo diverso in cui tu regni nei secoli dei secoli! |