Omelia (21-10-2002) |
Paolo Curtaz |
Commento Luca 12,13-21 La Parola di oggi, amici, ci invita ad approfondire la riflessione sull'autonomia delle cose di ieri con quel perentorio "date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio". Gesù si rifiuta di fare da moderatore tra due fratelli per questioni di eredità: non c'è bisogno di tirare in ballo Dio per questo genere di cose. Vero, verissimo: siamo sufficientemente autonomi per capire come trattare delle cose di questo mondo, Dio ci tratta da adulti, non serve tirarlo in ballo su cose mondane, ma - ispirandosi alla verità del vangelo - discutere insieme ed insieme trovare delle soluzioni. La riflessione continua: il nostro amico della parabola di oggi è preoccupato per le questioni di borsa, non sa più come investire, si rigira nel letto. Alla fine intuisce una soluzione e pensa di avere risolto tutto, ha pianificato il suo futuro, il suo benessere. Gesù, sconsolato ci richiama alla fragilità della vita. Non è una minaccia, la sua, ma un consiglio pieno di buon senso e realismo: possiamo forse aggiungere un minuto soltanto alla nostra vita? No, amici, andiamo all'essenziale, abbiamo il coraggio, almeno ogni tanto di fermarci a riflettere, a guardarci dentro con verità: come sto giocando la mia vita, oggi intorno a cosa girerà? Intorno al mio lavoro? Al desiderio di incontrare la mia famiglia? Alle preoccupazioni della casa o del mutuo da estinguere? Prima di tutto mettiamo la ricerca del senso, prima di ogni preoccupazione la nostra vita sia occupazione del momento che viviamo, fidandoci di Colui che conosce i capelli del nostro capo e che - solo - può colmare il cuore. Viviamo questa giornata orientati all'essenziale, lasciamo perdere le preoccupazioni e badiamo piuttosto a vivere con consapevolezza ogni istante che la vita ci dona. Signore, affrontiamo questa giornata col cuore leggero e libero, pensando a te e alle cose essenziali della nostra vita. Che il nostro sguardo si alzi verso l'altrove in questa giornata, che nulla possa separarci dal tuo sereno e sorridente sguardo, Dio che ami la vita. |