Omelia (09-12-2010)
Monaci Benedettini Silvestrini
La grandezza di Giovanni Battista

Il contesto in cui il profeta Isaia si rivolge al popolo di Israele è quello dell'esilio. La sua consistenza dell'essere popolo di Dio è ridotta al minimo. Potrebbe paragonarsi a un vermiciattolo che striscia per terra, a una larva, a gente tormentata dall'arsura, impotente a soddisfare la propria sete. Eppure da queste rovine l'oracolo annuncia una rinascita tanto grande e imponente da potersi paragonare a una trebbia, capace di stritolare monti e colli, da ridurli in pula dispersa dal vento tutti i suoi nemici. Il deserto stesso sarà reso fertile da fiumi dalle acque abbondanti e, da colline brulle e senza vita, sgorgheranno di fresche sorgenti. Ma tutto questo lo farà la potenza del Signore a cui devono essere resi onore e gloria. Gli oppressori di ieri diventano polvere del tempo vaticinato. La risposta a questo cambiamento viene come ringraziamento dal salmo 144. "O Dio, mio re, aoglio esaltarti e benedire il tuo nome in eterno e per sempre". La profezia si realizzerà con la liberazione dalla schiavitù di Babilonia; ma non è difficile leggervi la venuta in mezzo a noi del Figlio di Dio, capace di togliere ogni ingiustizia e oppressione. Per lunghi secoli Israele ha vissuto il tempo dell'attesa e della preparazione. Con Giovanni Battista si avvicina il tempo della realtà che è già all'opera. Infatti Gesù esalta la persona del precursore; annuncia anche che il nuovo regno soffrirà violenza come è successo per i profeti, per Elia, la cui missione Giovanni sta svolgendo. I violenti non tarderanno a farlo tacere. Noi viviamo nella pienezza dell'era della salvezza. A volte forse le vicissitudini della vita ci portano a affrontare situazioni di umiliazione, di sofferenza, di lotta, perfino di sconfitta dinanzi al nemico dell'anima: il mondo incredulo e il demonio. Abbiamo però fiducia che la potenza del Signore e del suo Spirito è più forte di ogni nemico. Ci sarà la libertà per quanti confidano in Dio. Anzi ci si assicura che in mezzo a persecuzioni e contrasti, nemmeno un capello cadrà da nostro capo. Dovremmo esperimentare con San Paolo: quanto più mi sento debole perché diffido delle mie forze, tanto più divento forte per la fiducia nella potenza redentrice del Signore.