Omelia (08-12-2010) |
mons. Vincenzo Paglia |
Ecco concepirai un figlio e lo darai alla luce Mentre si avvicina il Natale, la liturgia ci viene incontro con questa festa in onore della Madre di Gesù. La Vergine Maria diviene per noi un esempio di come vivere questo tempo di Avvento, di come attendere il Signore che sta per nascere in mezzo a noi. Il Vangelo di Luca ci presenta una ragazza di circa 14 anni, di un piccolo centro della Galilea, Nazareth, nella estrema periferia dell'Impero romano. Era una fanciulla come tutte. Nella festa di oggi noi ricordiamo il giorno in cui Maria fu concepita dai suoi genitori, Gioacchino e Anna, senza peccato, cioè senza la macchia della colpa originale. È a dire che Maria era preservata dal dramma della lontananza da Dio propria di Adamo ed Eva e di ognuno di noi. È un mistero che la Chiesa celebra sin dall'antichità. Veniva chiamata "Concezione di Maria". Quando Pio IX, nel 1854, volle proclamare questo dogma, gli diede il nome di "Immacolata Concezione". Cosa vuol dire "Immacolata Concezione"? Maria, senza dubbio, era una giovanissima ragazza come tutte le altre, ma da un altro punto di vista non lo era. Su di lei infatti si era posato lo sguardo di Dio in modo del tutto particolare, tanto da renderla esente dal peccato originale. Fin dall'inizio, dal concepimento, fu scelta per essere la madre di Gesù: non poteva essere ferita dal peccato colei che doveva divenire la madre del Figlio di Dio. La nascita immacolata non fu dunque un suo merito, ma una grazia. Il Signore preparò in lei una dimora degna di suo Figlio. Sant'Anselmo, facendo quasi eco al noto argomento ontologico con cui dimostrava l'esistenza di Dio, scrive: "Era giusto che fosse ornata d'una purezza superiore, della quale non se ne può concepire una maggiore se non quella di Dio stesso, questa vergine a cui Dio Padre doveva dare il Figlio suo in modo tanto speciale". L'amore del Figlio ha dunque protetto la madre. A lei possiamo perciò applicare le parole di Dio nel Cantico dei Cantici: "Tutta bella sei tu, amata mia, e in te non vi è difetto" (4,7). È quanto le dice l'angelo al momento dell'annunciazione: "Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te" (Lc 1,28). Questo mistero di Maria non è estraneo alla comunità dei credenti. Come Dio ha posato su di lei il suo sguardo nel momento del concepimento, così l'ha posto anche su di noi, come nota l'apostolo Paolo: "In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati" (Ef 1,4). Maria, e noi con lei, siamo stati scelti da Dio ancor prima della creazione. E siamo stati scelti per essere santi e immacolati. Non a caso l'apostolo dice "siamo stati scelti" e non "abbiamo scelto". Il nome di ognuno di noi è stato pronunciato da Dio e siamo venuti all'esistenza. Siamo frutto dell'amore di Dio. Il suo cuore ci pensa e noi veniamo alla luce. I nostri genitori sono entrati in questo processo d'amore. Il nostro nome inizia nel cuore di Dio e in esso dimora per sempre. Ecco perché crediamo che la vita è santa, fin dall'inizio e per sempre. Il Signore non dimentica mai il nostro nome e guai a chi vuole cancellarlo! Tutti sono nel cuore di Dio. In questa festa contempliamo la grandezza dell'amore del Signore e le meraviglie che riesce a compiere attraverso di noi se non tradiamo la sua predilezione. Maria, scelta per divenire la madre di Gesù, ha accettato pienamente questa vocazione. Non era né facile, né scontato. Quando l'angelo le portò il saluto di Dio, Maria si turbò. Non aveva, infatti, una grande considerazione di sé, al contrario dei sentimenti che in genere abitano nei nostri cuori. È proprio qui il nodo del peccato originale: l'orgoglio e il senso di autosufficienza. È da un cuore sganciato da Dio che si origina il male nel mondo. Maria non si esalta all'annuncio dell'angelo. Al contrario si turba, come nota l'evangelista. Così dovrebbe accadere ad ognuno di noi, ogni volta che ascoltiamo il Vangelo. Se ascoltiamo il Vangelo con disponibilità sentiamo anche noi il cuore trafiggersi: questo è il turbamento. L'angelo però la conforta: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù" (v. 30). Questo annuncio, a dire il vero, la sconvolge ancor più; anche perché non è andata ancora a vivere insieme con Giuseppe. Ma l'angelo aggiunge: "Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra" (v. 35). Non ci è dato conoscere i pensieri di Maria in quel momento. Potrebbe dire "no", restare nella sua tranquillità e continuare la vita di sempre. Se, invece, risponde "sì", tutta la sua vita viene trasformata. Maria, a differenza di noi, non conta sulle sue forze ma solo sulla Parola di Dio. Per questo dice: "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto". Ella, la prima amata da Dio, è anche la prima a rispondere "sì" alla chiamata. Maria è davanti a noi, davanti agli occhi del nostro cuore, perché contemplandola possiamo imitarla e ricevere anche noi il tenero abbraccio del Figlio che ci riempie il cuore e la vita. |