Omelia (08-12-2010) |
Marco Pedron |
Dire si, vivere e solo poi scoprirne il senso E' la quarta domenica di avvento e, come quindici giorni fa', il vangelo ci presenta l'Annunciazione. Il vangelo si apre e si chiude con un angelo. Si apre con "In quel tempo l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città"; si chiude con "L'angelo partì da lei". L'angelo è il segno di Dio; rappresenta l'inizio di un dialogo che Dio vuole fare con le sue creature. Quando appare un angelo, Dio ci comunica un "di più, un im-previsto", un im-prevedibile che non avevamo messo in conto: è l'irruzione di Dio nell'uomo. E' come mettere un fiume in un bicchiere d'acqua: sembra impossibile, ma non per Dio. E' come mettere il cielo nel cuore dell'uomo: sembra impossibile, eppure Dio può. E' come mettere la fiducia nell'animo di un di-sperato, di un depresso, di un insicuro: si può. Quando appare un angelo, allora, vuol dire, che ciò che è impossibile per l'uomo, può realizzarsi per Dio. Una donna ha un figlio con la leucemia: "Non ce la faccio. Io mi uccido. Non posso vedere mio figlio in questo stato". Poi una notte fa un sogno. Si trova di fronte ad un fiume molto grande e largo che deve superare. Pensa fra sé: "Come potrò arrivare all'altra sponda". La donna sa, nel sogno, di non saper nuotare, ma inizia e un passo dopo l'altro, quasi per miracolo, si ritrova all'altra sponda. Nella stessa maniera prende la malattia di suo figlio: "Passo dopo passo". Ciò che sembra impossibile, insuperabile, interminabile, non lo è se ti appoggi su Dio. Quando Mosè dovette andare dal faraone disse a Dio: "Ma dove vuoi che vada? Dal faraone? Ma chi sono io? Sono perfino balbuziente, non so neanche parlare". E Dio gli rispose: "Io sarò con te". Quando Madre Teresa, uscita dal suo convento dove si educavano le nobili inglesi, vide la disperazione per la città di Calcutta, fu presa da uno sconforto e da una depressione enorme: "Ma non c'è niente da fare qui!", si disse. Ebbene in quella notte Gesù, in sogno, le apparve e le disse: "Teresa, ci sono io. Non ti preoccupare". Vedere un angelo è sentire una forza, una voce che ti dice: "Ci sono io. Tu non ti preoccupare". Ogni volta che un angelo appare (a Maria, a Giuseppe, nell'A.T.) dice sempre: "Non aver paura". "Se guardi a quello che ti aspetta ne sarai terrorizzato. Non farlo! Tu fidati di me, vai avanti e non spaventarti". "Qualunque cosa ti succeda Maria", dice l'angelo, "non aver paura. Ci sarò io al tuo fianco". C'è una leggenda che racconta che quando Maria ricevette l'annuncio dell'angelo, questi le disse: "Maria non voltarti indietro, non guardare avanti, non voltarti giù; guarda verso l'alto, verso l'Altissimo e abbi fiducia". E' una bellissima leggenda. Non voltarti indietro a rimpiangere ciò che era, ciò che è stato; a dire che una volta era più semplice o più facile; che una volta si stava meglio. Il passato è passato, lascialo lì. Non guardare avanti: se guardi avanti non puoi che vedere che montagne, salite, momenti bui, passaggi pericolosi e ne saresti terrorizzato. Se guardi, pensi o ti preoccupi di quello che ti potrebbe capitare o che ti capiterà, è la fine, ne sei paralizzato. Oggi fai ciò che puoi fare oggi e domani ti sarà data la forza per domani. La forza di oggi non ti è data per domani, quella l'avrai domani. Non guardare giù: non guardare a dove sei, all'altezza, alla pericolosità di ciò che stai vivendo, al rischio che corri, al metterti in gioco del tutto. Tu tieni fisso lo sguardo verso l'alto, verso Dio, confida in Lui, fidati e tutto andrà per il meglio, molto meglio. Pensate a Maria, a questa donna che aveva un uomo, stava per sposarsi e avrebbe avuto, com'era normale, dei figli. A Nazareth si stava bene (sempre adeguato a quel tempo). Maria non rimpianse mai la sua scelta, non rimpianse mai quella vita tranquilla. Maria prese la sua strada e non si voltò più indietro: si fidò di Dio e non di sé e la percorse. Il buon senso avrebbe detto: "Maria sei pazza, ma chi ti credi di essere? Ma cosa pensi di fare?". Maria non si fidò di sé, nel del buon senso comune, né di ciò che tutti avrebbero detto o fatto. Maria si fidò di Dio. E non fu delusa! Pensate se Maria avesse iniziato a guardare avanti, se avesse immaginato o visto quello che le sarebbe successo: derisa, schernita per quel figlio che si credeva figlio di Dio. E poi quel figlio solo, umiliato, disprezzato da tutti e morto con la peggiore delle morti, come gli assassini peggiori. Se l'avesse saputo l'avrebbe fatto? Maria non guardò avanti. Maria si fidò di Dio: e ne valse la pena. Pensate se Maria avesse guardato con il buon senso umano alle parole dell'angelo. Figlio di Dio: "Ma è assurdo! Come può mio figlio essere il figlio di Dio? E io sua madre?". Il suo regno non avrà fine: "Ma se noi non siamo nessuno, come potrà diventare grande e avere un regno?". Nascita verginale: "Ma dai, da che mondo è mondo non si sono mai sentite certe sciocchezze!". Ma Maria non guardò alla pazzia che stava vivendo, alla follia che Dio le proponeva. Maria si fidò e a tutto questo disse: "Sì". E fu la scelta più grande e meravigliosa della sua vita. Una donna ha fatto questo sogno: ha sognato una casa tutta puntellata e da ristrutturare. La casa era cadente, stava andando a pezzi. Allora le si avvicina un uomo e le dice: "Senta io ho un'impresa edile. Se lei si fida di me, la buttiamo giù e la ricostruiamo". La casa, per quella donna, era la sua vita. Ci vuole tanto coraggio per ricostruire una vita. Se tu guardi a quello che devi passare, alla fatica, al tempo che ci serve, all'investimento economico nel farti aiutare e a quello, ancora maggiore, affettivo non andrai da nessuna parte. Se tu inizi a vedere il rischio che corri, o le montagne che devi superare, ti deprimi. Fidati dell'angelo: "Io sarò con te". Ci vuole tanto coraggio per cambiare vita, per veder che finora ci si è ingannati, che si è considerato prezioso solo ciò che è vacuo, falso o illusorio. Ci vuole tanto coraggio per cambiare il proprio rapporto di coppia. Ci vuole tanto coraggio per cambiare la propria fede, lasciare il vecchio Dio, per far nascere il nuovo. Se tu guardi a tutto quello che comporta non andrai da nessuna parte, sei totalmente bloccato. "Non guardare avanti; non guardare indietro; non guardare giù. Guarda in alto verso di me e fidati. Io sarò con te". Tu solo con la tua forza non puoi farcela, quindi smetti di credere che da solo ce la farai: "Basta un po' del mio impegno; con un po' di buona volontà e di tempo le cose si sistemeranno; mi impegnerò; cambierò; le cose saranno diverse col tempo...". Quante bugie!. Le persone non cambiano mai, perché continuano a far conto solo su di sé. "Ma, fatti aiutare!". Fatti aiutare da qualcuno che ti può aiutare per davvero, e non farti spaventare dalla paura di ciò che potrebbe capitare, dalla fatica o dal dolore. Con la forza di Dio sì, ce la farai. E, guarda caso, Gabriele vuol dire: "Forza di Dio, eroe di Dio". Fidati di qualcuno, di qualche angelo e affidati a Dio. Per chi fa conto solo su di sé, anche il possibile diventa impossibile. Ma per chi fa conto su Dio, l'impossibile diventa possibile. Nella Bibbia l'arcangelo Gabriele appare sempre in situazioni senza speranza. Elisabetta è vecchia e non attende più figli a causa della sua vecchiaia. Maria, dice il vangelo, non conosceva uomo. Eppure Gabriele promette qualcosa di impossibile. Di fronte a ciò che è im-possibile per me, che mi pare in-credibile, ir-raggiungibile, io non so se ci arriverò, se lo vivrò. So solo che io non posso ma che Lui ha una forza molto più grande di me e mi fido. Dio non esaudisce i nostri "impossibili"; solo qualcuno. Ma soprattutto Dio ci fa raggiungere degli "impossibili" che neppure immaginavamo esistessero. Centro del brano è il sì di Maria: "Eccomi sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto". Un sì difficile, sofferto, che fa paura, che le crea agitazione e inquietudine. Perché? Nella Palestina di venti secoli fa la legge religiosa coincideva con quella civile e penale. C'erano due peccati gravi e pericolosi: l'idolatria (infedeltà a Dio) e l'adulterio (l'infedeltà alla moglie e al marito). Chi si macchiava di questi peccati, veniva giudicato dagli anziani (in genere corrotti) e, il più delle volte, punito con la morte,(lapidazione). Pensate a quella donna, di cui parla il vangelo di Gv, che volevano lapidare, e a cui Gesù disse: "Chi è senza peccato scagli per primo la pietra contro di lei" (Gv 8, 3-11). Allora: se c'era una cosa assurda, contraddittoria, pericolosa, da proporre ad una giovane ragazza promessa sposa, era proprio quella che l'angelo Gabriele annunciò a Maria. Maria ha compiuto i due peccati più gravi per la legge degli ebrei: l'infedeltà al marito (l'adulterio): è incinta, ma non è sposata. E l'infedeltà a Dio: ha la pretesa che quel figlio sia il figlio di Dio (idolatria). Maria per la legge è in peccato, una donnaccia, un' eretica, una donna da lapidare. Certo ci è facile ammirare Maria, evocarne le lodi, cantarne le virtù. Ma ci rendiamo conto di cos'è quel sì? Dio le chiede di vivere qualcosa che è contrario al buon senso comune, alternativo, è da pazzi. Ciò che Dio propone a Maria è assurdo, sconveniente, pericoloso, fuori luogo, non secondo la morale. Per quanta fede uno abbia, come fa ad accettare e a fidarsi di una cosa del genere? Per quanta fede uno abbia, come fa uno a vedere in questa proposta la voce di Dio? Per quanta fede uno abbia, come fa uno a non sentire rabbia per una cosa così alternativa? Cos'avrà provato Maria di fronte ad una proposta simile? Come ci sentiremo noi se Dio ci chiedesse di vivere qualcosa che tutti rifiutano? Che tutti ostacolano? Che tutti dicono "sbagliato, male, perverso, pazzo"? Avete mai visto la vita dei santi? Cosa dicevano di Francesco? Cosa dicevano di Bernardette, la veggente di Lourdes? E di Giovanni della Croce o di Teresa d'Avila (furono imprigionati e perfino torturati!)? Dio chiede agli uomini cose così grandi, enormi, incredibili, che gli altri chiamano "follie, pazzie" mentre Dio le chiama "volontà Mia". Per fidarsi di Dio bisogna essere pazzi, folli, fuori di testa. Dio sa che siamo grandi: è che noi non lo sappiamo, è che noi non ci crediamo, è che noi non ci fidiamo di Lui. Cos'avrà pensato Maria? "Sono pazza io, sono un'eretica, una folle o è tutto vero?". Sono drammi enormi. Credere a tutti gli altri o credere a ciò che si vive nel profondo? Capite perché i mistici, i santi avevano delle crisi tremende, profonde, enormi? Maria dovette andare contro tutti: chissà cos'avranno detto i suoi genitori? E la vergogna del paese: incinta prima del matrimonio? Che disonore! E chissà se è Giuseppe il marito? E Giuseppe? Come si fa a spiegare al proprio uomo una cosa del genere? E sapere che se viene fuori qualcosa di ciò che sta accadendo (quel bambino il figlio di Dio) si sarà lapidati... E poi i dubbi di Maria, quelli che non ha mai confessato a nessuno: "Ci sono così tanti matti in giro, non potrei esserlo anch'io?; e chi mi garantisce che ho ragione?; e se sbaglio tutto?; non è meglio, obbedire, fare come tutti e così si è a posto? ". Noi diciamo: "A Natale: Gesù nasce". Forse è meglio però che non facciamo troppo misticismo, sacralizzazione; è meglio che siamo consapevoli di cosa vuol dire un "sì" a Dio e di cosa comporta. Eppure Maria dice: "sì": "Io mi fido di Te, Signore; Tu mi difenderai e mi condurrai!". Io vorrei che voi pensaste molto a quel sì, e ci pensaste bene, profondamente, che non lo banalizzaste. Pensate bene a cosa c'è dietro, a cosa c'è dentro quel "sì". Oh, è così facile ammirare le virtù di Maria, cantare elogi, ma pensate bene alla pazzia di quella donna. E pensateci dei giorni e delle notti perché, in quel sì, vi è svelato un mistero nascosto nei milioni di anni: tutto ciò che accade ha un motivo, magari a noi sconosciuto, ma ha un senso. Nulla è mai per caso. Tutto, proprio tutto, fa parte del grande progetto. Ti è successa quella cosa, bene c'è un motivo. Non te lo spieghi? Non importa, c'è un motivo lo stesso. Hai incontrato quella persona. Forse è stato un incontro piacevole o forse no. In ogni caso c'è un motivo, c'è un perché, c'è un senso in quello che ti sta accadendo. Ti è successo quel fatto? C'è un motivo. Ti è successo quell'imprevisto? Quella malattia? Quella fortuna? Quella casualità? Hai avuto quella intuizione? Hai avuto quella delusione? C'è stata quella rottura, quella crisi, quella difficoltà? C'è un motivo! Accettalo e digli: "Sì". Questo è il senso di ogni cosa: "Dire sì" a tutto ciò che ci succede. Maria non sapeva il senso delle parole dell'angelo. Le ha accettate, ha dato il suo assenso a quelle parole e poi le ha vissute. Solo dopo ha capito quanto avevano senso e profondità quelle parole. E' così per tutti noi. Prima ci si fida, poi si vive, e solo poi si scopre che tutto aveva un senso. Ti senti vuoto e insoddisfatto? Digli di sì, accetta di esserlo. C'è un senso, c'è un motivo: vivilo. Scoprirai perché ti sei svuotato e troverai qualcosa di prezioso che non bisogna mai perdere. Hai un problema con una persona? Digli di sì e accetta che ci sia un problema. C'è un senso, c'è un motivo: vivilo e scopri cosa devi imparare. Tuo figlio è "difficile" a scuola, a catechismo, nello sport? Digli di sì e accetta che sia così. C'è un senso, c'è un motivo: vivilo. Forse scoprirai che devi cambiare qualcosa tu e cambierà anche lui. Senti che devi affrontare qualcosa che non capisci? Digli di sì e accettalo. C'è un motivo, c'è un senso: vivilo. Scoprirai che la vita ti vuole portare dove tu non volevi andare, ma che ha ragione lei. Una persona cara ti sta per lasciare. Digli di sì e accetta questa separazione. C'è un senso, c'è un motivo, vivilo. Scoprirai che tutto finisce nella vita (e non ci pensavi mai!); scoprirai che si può essere uniti anche se si è distanti (e non lo avresti detto!); scoprirai qualcosa di nuovo di te (e solo un fatto così forte poteva farlo nascere). Ad ogni cosa che ti succede tu di: "Sì". Amen, vuol dire, "sia così". Questo è quello che ha fatto Maria; questo è ciò a cui tutti noi siamo chiamati. Ad ogni cosa della vita dire "sì, amen, sia così". Non rifiutare niente perché tutto ha un senso. E se la vivremo lo scopriremo. Se vivremo la vita ne scopriremo il senso. E se vivremo la morte ne scopriremo il suo senso (farci arrivare da Dio?). Se vivremo ogni cosa scopriremo il senso di ogni cosa. Il vecchio eremita Sebastiano pregava di solito in un piccolo santuario isolato su di una collina. In esso si venerava un crocifisso che aveva ricevuto il significativo titolo di "Cristo delle grazie". Arrivava gente da tutto il paese per impetrare grazie e aiuto. Il vecchio Sebastiano decise un giorno di chiedere anche lui una grazia e, inginocchiato davanti all'immagine, pregò: "Signore, voglio soffrire con te. Lasciami prendere il tuo posto. Voglio stare io sulla croce". Rimase silenzioso con gli occhi fissi alla croce, aspettando una risposta. Improvvisamente il Crocifisso mosse le labbra e gli disse: "Amico mio, accetto il tuo desiderio, ma ad una condizione: qualunque cosa succeda, qualunque cosa tu veda, devi stare sempre in silenzio". "Te lo prometto, Signore". E così avvenne lo scambio. Nessuno dei fedeli si rese conto che ora c'era Sebastiano inchiodato sulla croce, mentre il Signore aveva preso il posto dell'eremita. I devoti continuavano a sfilare, invocando grazie, e Sebastiano, fedele alla promessa, taceva. Finché un giorno... Arrivò un riccone e, dopo aver pregato, dimenticò sul gradino la sua borsa piena di monete d'oro. Sebastiano vide ma conservò il silenzio. Non parlò neppure un'ora dopo, quando arrivò un povero che, incredulo di tanta fortuna, prese la borsa e se ne andò. Né aprì bocca quando davanti a lui si inginocchiò un giovane che chiedeva protezione prima di intraprendere un lungo viaggio per mare. Ma non riuscì a resistere quando vide tornare di corsa l'uomo ricco che, credendo che fosse stato il giovane a derubarlo della borsa di monete d'oro, gridava a gran voce per chiamare le guardie e farlo arrestare. Si udì allora un grido: "Fermi!". Stupiti, tutti guardarono in alto e videro che era stato il crocifisso a gridare. Sebastiano spiegò come erano andate le cose. Il ricco corse allora a cercare il povero. Il giovane se ne andò in gran fretta per non perdere il viaggio. Quando nel santuario non rimase più nessuno, Cristo si rivolse a Sebastiano e lo rimproverò. "Scendi dalla croce. Non sei degno di occupare il mio posto. Non hai saputo stare zitto!. "Ma Signore", protestò confuso Sebastiano, "dovevo permettere quell'ingiustizia?". "Tu non sai", rispose il Signore, "che al ricco conveniva perdere la borsa perché con quel denaro stava per commettere un'ingiustizia. Il povero al contrario aveva un gran bisogno di quel denaro per non far morire di fame i suoi dieci figli. E il ragazzo, se fosse stato trattenuto dalle guardie avrebbe perso l'imbarco e si sarebbe salvato la vita. In questo momento la sua nave sta colando a picco in alto mare". In qualunque situazione, dì "sì" e non ti lamentare. Tutto ha un senso. Pensiero della settimana Non conta sapere cos'è la vita; l'importante è vivere. Non conta sapere chi è Dio; l'importante è esserne inebriati. Non conta sapere che cos'è l'amore; l'importante è amare. Non conta sapere qual è il mio destino; l'importante è viverlo. Non ti succeda mai che, mentre tu tenti di capire la vita, la vita passi |