Omelia (08-12-2010) |
padre Antonio Rungi |
Un cuore puro come Maria La solennità dell'Immacolata Concezione richiama alla nostra attenzione uno dei valori fondamentali della vita etica cristiana: la purezza del cuore e dei sentimenti. Maria, preservata dal peccato originale e da tutti i peccati, per un singolare privilegio in vista della redenzione di Cristo, è un mirabile esempio per noi esseri umani, segnati dal peccato, di come vivere in questo mondo e quali fondamentali scelte siamo chiamati a fare per rispondere in pienezza alla chiama alla santità. Gesù Cristo nel discorso della montagna proclama beati i puri di cuore perché vedranno Dio. Questo vedere Dio va letto in una concreta esperienza di vita come quella che può fare chi con occhi puri vede Dio, gli altri e il mondo. Se oggi c'è qualcosa da evidenziare nella solennità dell'Immacolata c'è proprio la purezza dei costumi e della vita. In un mondo che dissacra tutto, che banalizza l'amore, che non rispetta l'innocenza dei piccoli, la Tutta Pura che è la vergine Maria ci riporta al cuore del problema di questo nostro tempo. Questo uomo del terzo millennio, soprattutto del mondo occidentale, quello del presunto benessere, deve cambiare rotta e strada, ben sapendo che la via santa di cui parla il profeta Isaia in questo tempo di Avvento gli impuri ed i perversi non la potranno mai imboccare, nel percorrorrerla. Da qui la necessità di purificare il cuore, la mente, la cultura, i mezzi di comunicazione sociale che sempre più sono immersi nell'immoralità, nella volgarità. Come cattolici e devoti della Madonna Immacolata non possiamo assistere passivamente a questo sfacelo del mondo moderno senza prendere seriamente a cuore il tema della purezza e della castità. Tra i peccati che l'Immacolata contrasta apertamente è proprio il vizio capitale della lussuria, quella che affascina uomini e donne del nostro tempo e che sta minando i fondamenti della vita coniugale, dei fidanzati, delle relazioni umane più ampie. Gli scandali che hanno toccato anche direttamente la chiesa e il clero, denunciati con coraggio dal grande profeta dei tempi odierni, Papa Benedetto XVI, ci devono impegnare in una profonda conversione della vita e di purificazione da tutto il male che è dentro di noi e intorno a noi. Ad imparare a fare il male ci vuole poco, anzi è quasi una fatto immediato, ad imparare a fare il bene è necessario un lungo cammino di perfezione verso Dio, che è bene per eccellenza. La Vergine Santa nella sua esistenza terrena, vicino a Gesù e a Giuseppe il suo castissimo posto, nella piena libertà della sua persona ha detto il suo sì totale a Dio con tutta se stessa, vivendo il suo essere "immacolata" nella profondità di tutta la sua vita di Madre di Dio e dell'umanità. A Lei oggi ci rivolgiamo con semplicità di cuore, perché ci faccia capire dove sta il bene e dove sta il male. Chi sta dalla parte di Dio sta dalla parte del bene e chi sta da parte del serpente, simbolo di satana e del demonio, sta dalla parte del male. Maria ha schiacciato la testa al terribile ingegnere del male, al progettista attento ed oculato della distruzione morale di ogni persona. A lei ci affidiamo perché nel duro combattimento con il principe di questo mondo usciamo vincitori, con la palma della verginità e dei buoni sentimenti del cuore e dell'anima. Maria la tutta pura, la senza macchia di peccato originale ci aiuti ad allontanarci dal peccato che subdolamente si insinua nella nostra vita, senza neppure accorgercene, anzi giustificandolo e convivendo con esso, fino al punto che pensiamo di stare bene lontani da Dio e da tutto ciò che è bene, è morale, è santo, puro, giusto e retto in questo mondo e per l'eternità. La nostra vera festa e solennità dell'Immacolata facciamo sì che la sperimentiamo nel profondo del cuore vivendo costantemente nella grazia di Dio e nella santità sulla cui strada ci siamo immersi con la grazia santificante del Battesimo che ha rimosso da noi il peccato originale, ma non le conseguenze di esso. Da qui la necessità di vigilare sulla nostra condotta di vita perché non degradi mai ad un condizione di indegnità e di immoralità senza confine e senza via d'uscita. |