Omelia (29-10-2002) |
Paolo Curtaz |
Commento Luca 13,18-21 Il Regno di Dio, quindi, è realtà piccola, nascosta, fragile, ma piena di una straordinaria capacità di far crescere la pasta, capace di accogliere ed ospitare gli uccelli del cielo. Talvolta, però, siamo tentati di guardare alle cose di Dio con sguardo mondano, a lasciarci tentare dalle seduzioni della statistica, dal peso dei numeri. Quando mi ritrovo a qualche convegno con altri preti, dopo aver descritto le comunità di cui sono responsabile, subito, mi si pone da domanda: "Quanti frequentano la Messa?" Non lo so, neppure mi importa molto, mi interessa quanti escono cambiati dall'incontro col Risorto! Attenti, amici, a non contarci troppo: il re Davide venne punito quando volle fare un censimento del suo popolo! Altra è la logica di Dio, la logica dell'unicità, non della massa, del cuore non del peso dei numeri. Anzi, nella logica di questo mondo sembra davvero che la Chiesa abbia preso la china di un inesorabile declino, ma agli occhi di Dio sono altre le cose che contano: non preoccupiamoci troppo delle percentuali delle frequenza, né – come, ahimé, alle volte accade - non entusiasmiamoci troppo delle masse oceaniche. Animo, amici, guardiamo negli occhi i fratelli che con noi condividono una speranza, più attenti al fatto che il sale non perda il proprio sapore piuttosto che accantonare tonnellate di sacchi di sale. Gesù è attento alla logica del Regno, che avanza anche se non ce ne occupiamo: il mondo è già salvo, non lo dobbiamo salvare noi. E' salvo, ma non lo sa. Ecco che noi discepoli siamo chiamati a vivere la salvezza nel quotidiano, a testimoniarla nelle nostre opere. Amico che ascolti, che inizi con me la giornata: sii fecondo, sii lievito, con un sorriso, con una battuta, con un pizzico di pazienza, con una preghiera silenziosa tra una pratica e l'altra. Feconda, lascia lievitare, basta poco, credimi: è opera di Dio diffondere il Regno, è preoccupazione sua l'evangelizzazione. A noi il compito i essere collaboratori, di non ostacolare troppo l'opera di Dio, di essere trasparenza. Smettiamola di contarci, allora, e cantiamo, piuttosto, la misericordia di Dio: davanti ai suoi occhi davvero contiamo... Rendici lievito, Signore, donaci fiducia, facci inciampare nella tua Parola quando il nostro sguardo diventa superbo e mondano, quando badiamo alla quantità e ai risultati piuttosto che affidarci come un bambino nelle braccia di sua madre... |