Omelia (13-12-2010)
Monaci Benedettini Silvestrini
La cecità

Oggi la Chiesa ci presenta la figura di Santa Lucia, vergine e martire di Siracusa, invocata come protettrice della vista. E' il suo stesso nome, Lucia, portatrice di luce, che le conferisce questo appellativo. Data l'importanza nella nostra vita di questo organo che è l'occhio, oggi le chiese, che celebrano la sua festa, sono gremite di devoti che chiedono la protezione della santa martire. Nei brani di scrittura che sono posti alla nostra considerazione possiamo vedervi un certo collegamento con la luce, forse più in senso negativo che positivo. Balak vede il popolo ebreo avanzare e vorrebbe fermarlo. Chiama in aiuto l'indovino Balaam perché maledica questo popolo che ormai è ai confini dei Moabiti. Ma l'indovino invece di maledizioni indirizza verso Israele benedizioni su benedizioni tanto che fa andare in collera Balak, re di Moab. Mentre il profeta legge nei disegni di Dio ciò che ha riservato per suo popolo, dall'altra parte abbiamo la cecità grossolana di questo re che non riesce a capire che non si può lottare contro Dio. Un'altra cecità la troviamo nel brano evangelico. Dinanzi all'interrogazione di Gesù circa la provenienza del battesimo di Giovanni, se dal cielo o dagli uomini, i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo dimostrano una cecità astuta, calcolata. Ogni risposta potrebbe ritorcersi contro di loro. Allora preferiscono non pronunciarsi. Rispondono: Non lo sappiamo. Ci si può presentare anche a noi circostanze in cui dovremmo dare una risposta netta e veritiera, ma per opportunismo vogliamo passare per finti tondi. Preferiamo tacere la verità quando può compromettere la nostra reputazione dinanzi agli uomini. Anche questa è cecità. Se fossimo davvero ciechi, non avremmo nessuna colpa. Ma dal momento che ci reputiamo scaltri e bene addottrinati, allora ogni comportamento contrario alle nostre profonde convinzioni diventa riprovevole come il rinnegamento di Pietro, il tradimento di Giuda. Chiediamo allora a Santa Lucia. Possiamo vedere il bene da compiere con gli occhi del corpo ma particolarmente con quelli dell'anima.