Omelia (08-12-2010)
don Daniele Muraro
Vincere il male

È motivo di consolazione e di grande speranza contemplare in Maria santissima la donna restituita alla Grazia, la creatura nella sua felicità primitiva e nella sua fioritura finale. Ineffabilmente intatta perché madre di Gesù Cristo, lo sguardo rivolto verso di lei trova le vie del cuore e fa sgorgare le lacrime rimosse...
Queste espressioni provengono da una la poesia di Paul Claudel in cui un giovane soldato francese nella bufera della prima guerra mondiale al mezzogiorno, ora dell'Angelus, trova una chiesetta aperta e vi entra. Alla vista di una immagine di Maria, non può trattenere la gratitudine semplicemente perché, lei, la madre di Gesù Cristo, esiste...
Il cinismo corrente rischia di renderci estranei a tanta tenerezza e farcela considerare unicamente bolso sentimentalismo. Ogni giorno siamo sommersi da valanghe di informazioni negative che ci rappresentano il male sotto le più svariate, drammatiche e perverse inclinazioni, tanto da dubitare che esista ancora spazio nel nostro mondo per la purezza e l'onestà di intenzioni.
Ci domandiamo il senso della celebrazione odierna dell'Immacolata Concezione di Maria Vergine, lei che "fu preservata, per particolare grazia e privilegio di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, immune da ogni macchia di peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento".
Il contrasto con il degrado generale è così forte da far dubitare che la Madonna appartenga ad un universo parallelo, ad un'altra creazione, che abbia vissuto una storia separata dagli altri, lei che invece ha introdotto nella nostra storia l'eterno Figlio di Dio, che è stata la madre del suo Fattore e che noi veneriamo come cooperatrice in modo del tutto speciale alla Sua opera di salvezza.
In effetti una devozione sdilinquita allontana la Madre di Dio dalla comune condizione umana e ce la rende quasi assente. Invece Maria, come progredì nella peregrinazione della fede, e sono parole del Concilio Vaticano II, così si perfezionò nella carità che è amore di Dio e compartecipazione alle sofferenze del prossimo.
Dobbiamo allora comprendere adeguatamente in che cosa consiste l'esenzione dal contagio della colpa in Maria, in che maniera il Male su di lei non poté prevalere, e in che cosa al contrario poté colpirla tanto da trapassarle l'anima, secondo la profezia del vecchio Simeone. L'esperienza del male infatti ebbe una parte, e non da poco, nella vita di Maria.
Essendo la sofferenza una reazione alla distruzione di qualcosa di vitale, possiamo ritenere che quanto più un essere è puro e perfetto tanto più sia predisposto a patire sotto i colpi dell'odio efferato. Per aver risposto in maniera positiva alla grazia di Dio e aver dedicato tutta se stessa solo al bene e al disegno di salvezza il Male prese di mira Maria più ostilmente che qualsiasi altra creatura.
A Maria fu risparmiata la sofferenza del parto, ma non quella dell'indifferenza e dell'odio e questo fin già dalla nascita del suo Figlio e poi sempre di nuovo fin sotto la Croce. Fu allora che Maria calpestò con il suo calcagno la testa del tentatore, che le si era avvicinato per offenderla e indurla alla ribellione contro Dio e alla disperazione.
Il demonio non riuscì nella sua impresa, ma il veleno che aveva riservato al suo morso maligno invece di infettare la volontà della santa Madre di Dio gli schizzò per così dire addosso colpendola negli affetti. Nel momento in cui veniva respinto e subiva il peso del suo tallone il demonio procurò così alla Madre di Dio un una sofferenza lancinante e raggelante.
Maria dunque non fu tanto estranea al male, ma sua trionfatrice, superiore agli stimoli del peccato per grazia ricevuta e per una sua personale vittoria e dunque libera da ogni colpa, ma solidale con noi peccatori sì da combattere in nostro favore e schiacciare anche a nome nostro il serpente tentatore.
Adamo ed Eva, ascoltando la voce suadente del diavolo vollero essere come Dio conoscendo il bene e il male, e per questo caddero dalla innocenza originaria ad una consapevolezza colpevole.
Maria conobbe il male e ne diventò cosciente non alla maniera dei Progenitori, consentendogli, ma alla maniera del suo Figlio Gesù crocifisso, subendolo e offrendolo per la salvezza dei fratelli, quella umanità di cui lei era figlia e che tanto dolore le aveva già dato per i segni del suo distacco dal suo Dio.
In quanto Immacolata Maria ha sofferto di più e meglio che tutti noi. Per questo ora è nella gioia di Dio e dal cielo rivolge a i suoi appelli all'umanità ancora immersa nelle spire del peccato: "è possibile vincere il male e ritornare nell'amicizia con Dio, è possibile anche per le mie sofferenze che ora mi fanno beata eternamente".
Nella festa delle sua Immacolata Concezione noi vogliamo invocare Maria anche sotto il titolo di "Rifugio dei peccatori", colei che è pronta ad accoglierci nel momento in cui decidiamo di disintossicarci dall'avvelenamento delle colpe e di rinnovarci interiormente prendendo sul serio i suoi richiami.
Siamo sicuri che presso di lei troveremo un oasi di refrigerio in mezzo alle tensioni della vita e un approdo di pace tra le tempeste del mondo.