Omelia (25-12-2010) |
don Luigi Trapelli |
La tenda di Dio piantata in noi Natale del Signore: ogni anno arriva puntuale e ci fa ripensare al cammino fatto durante l'anno. La vena romantica non deve farci dimenticare la grande importanza di questa festa: Dio che si fa uomo. Oggi allora è un grande giorno di festa. All'interno di una storia universale, con un imperatore Cesare Augusto, un governatore Quirinio che crea un grande censimento per pagare maggiori tasse, Dio ha deciso di essere uno di noi, un uomo. Oggi, allora, più che tanti discorsi, prevale il senso della gioia, poiché si celebra l'arrivo del più grande degli amici. Dio si è abbassato a diventare uomo, ponendo la sua tenda in mezzo alla tenda di noi uomini. Dio ha assunto fino in fondo la dimensione dell'uomo, anche dell'uomo che ha dei limiti, si interroga, vede i problemi, ascolta, usa lo stesso accento della Palestina.. Natale è capire che Dio mi sarà sempre vicino, sia che io sia fedele o infedele a lui, anche se non lo prego o vado a Messa solo a Natale o a Pasqua. Dio non si stanca di donarsi continuamente all'uomo. Se Dio ha assunto la natura di uomo, questo significa che ogni uomo è mio fratello. Ogni persona, anche quella debole, povera, ha stampato il volto del Cristo. Sono chiamato ad amare i miei fratelli senza giudicare e partendo dal positivo delle persone, anche se a volte è difficile coglierlo. Siamo invitati a servire i fratelli come Cristo ha fatto, pur sapendo che Cristo è presente in tante persone che, pur non frequentando la Chiesa, si mettono a servizio degli altri. Il Signore desidera che la nostra vita sia vivere in amicizia con Dio come persone autentiche. Quanto a volte la nostra immagine di Dio non è corretta? Quante volte non cogliamo che il Signore ci è sempre accanto nei momenti belli o anche meno belli della nostra vita? Quanto fatichiamo per dare del tempo a Lui che ci ha creato, dicendo che abbiamo troppo da fare, per cui non si ha più tempo per pensare? Un Dio dal volto umano, è un Dio che sconvolge, poiché mi fa capire che tutta la mia vita è legata consapevolmente o meno a Lui. Se riuscissimo a comprendere che Dio è la chiave della felicità dell'uomo, non una persona in contrapposizione alla nostra vita, tutto cambierebbe. Il cristiano non è la persona frustrata, ma la persona che vive in pienezza la propria umanità aprendosi al servizio dei fratelli. Dio si è sempre legato al mondo di cui riconosce la logica positiva. Per questo Natale è ogni giorno. Per questo il messaggio che Dio dona all'uomo è: "Ti amo". Allora la vita di sempre, a volte difficile, monotona, faticosa, si può trasformare in una vita che vale la pena vivere nella affabilità e sincerità che Dio ha dimostrato per l'uomo. Poiché il nostro prossimo è e sarà sempre un fratello in Cristo. |