Omelia (20-12-2010)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele.

Come vivere questa Parola?
Il profeta Isaia è stato mandato al re Acaz, intento con le sue truppe ad assediare Gerusalemme. La missione del profeta era stata anzitutto quella di esortare Acaz a confidare nel Signore: cosa che egli non fece, pretendendo di tener fuori Dio dai suoi affari. Ma il profeta annuncia ad Acaz la nascita di un figlio che, ancora bambino, sostituirà il padre sul trono.
Finisce dunque il regno di Acaz ma non termina affatto la fedeltà di Dio per il suo popolo. Siamo ancora lontano nei secoli, quando questo oracolo (=profezia) venne inteso come annuncio del Messia.
Isaia sostiene che per intervento diretto di Dio è dato questo segno. E ne evidenzia la qualità divina dell'intervento, precisando due elementi importanti:
1 - a concepire e partorire questo bambino è una donna vergine (non conosco uomo, dirà poi Maria nel vangelo di Luca);
2 - al bambino viene dato un nome che ne esplicita identità e missione: Emmanuele che significa Dio-con-noi.
In effetti Gesù viene al mondo come Dio incarnato. La sua persona è Dio che assume pienamente anche la nostra natura umana. E qui sta il bello e la profondità del mistero. Natale è questa incredibile vicinanza di Dio all'uomo di ieri e di oggi. Intimo anche a te, a me: a tutti.

Penserò a questa consolante verità nella mia pausa contemplativa, oggi. E trasformerò la rinnovata meraviglia del cuore in preghiera.

Vieni, Signore Gesù! Vieni a salvarci dal grigiore, dalla tristezza, dalle troppe parole. Che tutto sia immerso in questa Parola e diventi luce in essa.

La voce di un Padre della Chiesa
Il Signore assume un corpo come il nostro, né si accontenta semplicemente di rivestirsene, ma vuole farlo nascendo da una vergine senza colpa né macchia, che non conosceva uomo. Benché onnipotente e demiurgo dell'universo, all'interno di questa vergine egli si edifica il proprio corpo come un tempio e, manifestandosi e dimorando in esso, se ne serve come d'uno strumento.
S. Atanasio