Omelia (23-12-2010)
Monaci Benedettini Silvestrini
Benedetto il Signore…

Le due letture sono talmente collegate tra di loro che il vangelo non è altro che la risposta e la verifica della profezia di Malachia. Meravigliose sono le opere del Signore! La nascita di Giovanni, figlio di Elisabetta, mette in movimento tutta la zona montana intorno a Ain Karem. Che sarà mai questo bambino? E' un pensiero che si potrebbe formulare su ogni bambino che viene al mondo. Conosciamo il suo inizio ma ci resta nascosto il suo futuro. Tanto più che la nascita di Giovanni è accompagnata da eventi strani: Un padre muto, un concepimento fuori delle norme della genetica, un nome inusitato in famiglia, una dichiarazione del padre che manifesta il nome impostogli dall'Angelo: "che chiamerai Giovanni!". E dopo questo atto di obbedienza, esplode dalle sue labbra l'inno di ringraziamento a Dio, sempre fedele alle promesse. Che sarà di questo bambino? Sarà il messaggero inviato a preparare la via al Signore, secondo lo spirito di Elia che ha la missione di convertire il cuore dei padri verso i figli e il cuore dei figli verso i padri onde evitare lo sterminio. Il Messia Gesù nel silenzio del grembo materno assiste a questi eventi... Ma alla sua manifestazione egli si presenterà come fuoco purificatore. Purificherà i figli di Levi perché possano offrire una oblazione gradita a Dio. Il Messia, l'Inviato da Dio, viene a ristabilire l'ordine e dare alla convivenza umana il sapore della pace e della concordia, incominciando proprio dalla famiglia. Spiace di costatare la profonda crisi di molte famiglie dove si vive senza comprendersi, senza accettarsi e sinceramente amarsi, dalle quali i figli, che mal sopportando le limitazioni imposte, fuggono per avventurarsi in una vita da singoli che spesso si risolve in una convivenza libera, senza alcun vincolo morale e normativo. Dovremmo attendersi eventi dolorosi, catastrofici per rinsavire?