Omelia (10-12-2002) |
Paolo Curtaz |
Commento Matteo 18,12-14 Cosa pensa Dio? Ve lo siete mai chiesti? Oso dire di più: qual è il senso della vita di Dio, che cosa desidera veramente? E' un mistero – penserete – ovvio. Dio è infinito: chi mai ha scrutato i suoi pensieri? Chi mai lo ha conosciuto veramente? Possiamo forse penetrare l'insondabile? Forse è meglio tacere, fermarci davanti all'immenso...Giusto, abbastanza. Gesù ci è venuto a dire chi è Dio, cosa pensa Dio, cosa fa. Lo ha detto con forza e verità inaudita, perché lui e il Padre sono una cosa sola, lo ha detto con passione e coraggio, perché il Signore sa quanto per noi sia difficile aprirci alla verità. Dio è un pastore, un pastore buono che si mette a cercare la pecora che si è perduta e che, invece di caricarla di bastonate, se la mette sulle spalle, aggiungendo fatica a fatica, e la porta con sé. Dio è uno che gioisce per avere ritrovato la pecora perduta, non le fa la predica, non la rimprovera, ma manifesta la sua gioia con passione e verità. Dio – dice Gesù – non vuole che nessuno si perda, è addolorato se una persona perde la vita, se si smarrisce nelle oscure strade della quotidianità, se gioca male lo straordinario e temibile dono della libertà. Alle volte proiettiamo addosso a Dio una terribile maschera che ne deturpa il volto, come se Dio – in fondo in fondo – come un severo precettore aspettasse di coglierci in fallo, come se quasi godesse della nostra rovina, come se fosse un vigile capriccioso... No, no, visione demoniaca di Dio, terribile e antievangelica. Come un padre che soffre, Dio ci attende, come amico fedele ci viene a cercare, siamo la gioia di Dio, sono la gioia di Dio. Dio è diventato uomo per svelarci il suo vero volto, Dio è morto in croce come un maledetto per affermare in maniera definitiva ed irrevocabile questa certezza. Prepariamoci, allora - in questo tempo di attesa, tempo di silenzio e preghiera, di notti passate a vegliare - a lasciar nascere dentro di noi questa nuova e sconcertante notizia: Dio desidera salvarti, sei la gioia del tuo Dio. La nostra giornata diventa luce, diventa serena quotidianità, spazio interiore che prende coscienza della grandezza del cuore di Dio... Vieni a cercarmi, Signore, nelle strade in cui smarrisco la serenità, vieni a cercarmi, pastore buono, e conducimi a casa, ne ho tanta nostalgia. Marana tha, vieni Signore Gesù! |