Omelia (30-12-2010) |
Monaci Benedettini Silvestrini |
Il bambino cresceva… pieno di sapienza Il vangelo non è stato scritto per soddisfare la nostra curiosità. Tanti interrogativi sulla vita di Gesù, di Maria, della santa famiglia restano senza risposta. Vorremmo conoscere tutta la vicenda del Signore e invece l'evangelista ci licenzia con poche battute: nemmeno un accenno alla fuga in Egitto, come fa San Matteo. Solo poche frasi dopo averci presentato la profetessa Anna, anche lei a servizio nel Tempio, che parla del bambino. Poi il ritorno a Nàzaret da dove Giuseppe e Maria erano partiti e un accenno fuggevole al bambino che "cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di Lui". Il vangelo di Luca ce lo fa incontrare ancora, dodicenne a Gerusalemme nel Tempio, ricercato affannosamente da Maria e Giuseppe e poi sui trenta anni di età quando inizia il suo ministero pubblico. San Giovanni invece ci presenta una comunità bene organizzata con tutte le età a cui suggerisce come servire il Signore. Il modello di crescita in sapienza è quello di Gesù che dovrebbe essere tenuto presente nelle varie età: figli, giovani, padri... Egli ricorda quanto ha imparato dal Signore: vincere il mondo con tutte le sue concupiscenze: quella della carne, quella degli occhi e la superbia della vita. Tutto questo non viene dal Padre, ma dal mondo. E con tocco pieno di sapienza Giovanni ci richiama alla caducità delle cose mondane: "E il mondo passa con la sua concupiscienza, ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno". E' bene che la liturgia ce lo ricordi in questo penultimo giorno dell'anno. Quanti amici, parenti e forse persone care sono passate all'eternità nell'anno che sta tramontando... Si potrebbe dire con Gesù: Chi vuol intendere, intenda! |