Omelia (01-01-2011) |
Monastero Domenicano Matris Domini |
Contesto La liturgia di questa solennità ci ripropone il vangelo della Messa dell'aurora del giorno di Natale, con un piccola variazione, l'eliminazione del v. 15 e l'aggiunta del v. 21. Aggiungiamo alcune annotazioni solo su quest'ultimo versetto, riportando per il resto del brano quanto proposto per la lectio della Natività. La scelta del testo per la solennità della Madre di Dio è comunque significativa: cadendo proprio l'ottavo giorno dopo la nascita del figlio Gesù, la liturgia ci fa leggere il brano che ricorda il rito della circoncisione e dell'imposizione del nome al bambino. Il ruolo di Maria vi è degnamente sottolineato (vv. 16.19) con il collegamento al vangelo proposto nella Messa della Notte di Natale e il rimando implicito a quello dell'annunciazione (1,31). Le altre lettura proposte per questo primo giorno dell'anno aiutano a completare il quadro illustrato dal vangelo. La seconda lettura, il brano dalla lettera ai Galati (4,4-7) ci ricorda che la nascita di Gesù ha inaugurato la pienezza dei tempi. L'eterno ha incrociato il tempo e ne ha riscattato il senso; qui il ruolo di Maria (la donna) sembra poco sottolineato, ma in realtà la sua disponibilità ha reso possibile questo incontro. La presenza del Figlio di Dio è la condizione perché tutti e ciascuno possiamo vivere come figli, in Lui e grazie a Lui. La prima lettura, dal libro dei Numeri (6,22-27) proponendo la formula di benedizione che Mosé ricevette da Dio stesso, ci ricorda che la nostra vita è sotto la benedizione del Signore, e potremmo aggiungere che Gesù Cristo è la benedizione fatta persona. (I pastori) andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. Invitati dagli angeli a rallegrarsi per la nascita del Salvatore e sollecitati a verificarne il segno (vv. 10-12) i pastori si muovono senza indugio, affrettandosi, come Maria nell'episodio della visitazione, anch'essi spinti da un motivo religioso: l'obbedienza alla parola che è stata loro annunciata. Il loro andare si conclude davanti al segno annunciato: il bambino. Citando per prima Maria, nel nominare le persone che i pastori incontrano, Luca ci mostra ancora una volta la sua stima per la Madre di Gesù. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 18. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. E' interessante notare gli atteggiamenti attribuiti ai pastori: prima ascoltano (vv. 10-11 e v. 15), poi si muovono e trovano il segno (v. 16); a questo punto lo guardano e diventano a loro volta annunciatori, riferendo quando aveva udito. E' piuttosto evidente che Luca non sta parlando solo dell'esperienza dei pastori di Betlemme, ma del diffondersi del vangelo. Coloro che accogleranno la predicazione degli apostoli e faranno esperienza dell'incontro con Gesù e crederanno, potranno comunicare a loro volta questa buona notizia. Tutti quelli che udivano (del v. 18) sono quindi i futuri ascoltatori del vangelo e le comunità cristiane stesse che lo accolgono e su di esso riflettono per comprenderlo sempre meglio. Lo stupore, un sentimento molto presente in questi primi capitoli del vangelo di Luca (vedi anche 1,21.63; 2, 33), indica in positivo l'interrogarsi di fronte alle opere di Dio che si fanno storia. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. Interrompendo l'analisi del comportamento dei pastori Luca ci offre un piccolo spiraglio sui sentimenti di Maria e sul suo atteggiamento: custodire (o conservare) e meditare sono le azioni successive allo stupore, che permettono di penetrare il senso degli avvenimenti (tutte queste cose; anche qui il termine rhêma, parola con riferimento all'ebraico dabar). Il verbo usato dall'evangelista symballein (letteralmente mettere insieme, avvicinare due parti di un intero, da cui il termine simbolo), tradotto con meditare, indica un'operazione di confronto che permette di far venire alla luce il senso profondo di un evento. Vediamo dunque Maria impegnare le sue energie di mente e cuore per capire gli avvenimenti che le accadono e le parole divine udite che la superano, per poterle sempre meglio comprendere. Il significato del termine greco symballein è appunto interpretare avvenimenti dal significato oscuro, arrivando a coglierne il senso esatto, spesso con l'aiuto di Dio ( R. E. Brown). Il termine custodire invece si avvicina ad alcuni testi sapienziali (cfr. Sir 39, 1-3; Sal 119,11) che indicano anche il mettere in pratica il messaggio ricevuto. Maria appare quindi come il modello del discepolo che ascolta la parola di Dio e la mette in pratica (Lc 8,21). Fin dall'inizio il cammino di Maria è quello del credente la cui fede progredisce e cresce con una sempre più piena comprensione del mistero divino rivelato. Ella è tipo della Chiesa stessa che vive della parola che riceve da Dio. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro. Il racconto si conclude con un ritorno ai pastori, in un versetto riassuntivo, tipico di Luca, che vede l'uscita di scena dei protagonisti. Altro verbo di movimento: tornarono, e altro atteggiamento: glorificando e lodando Dio, collegati nuovamente all'annuncio ricevuto: com'era stato detto loro. Anche i pastori come gli angeli (v. 14) lodano Dio, unendo cielo e terra nel glorificarlo, un invito al lettore a celebrare la festa della natività di Gesù. Quello della lode è per altro un tema frequente nel vangelo di Luca, come pure nel libro degli Atti (cfr. Lc 7,16; 13,13; 17,15; 18,45; 19,37; At 2,47; 3,8-9; 4,21; 11,18; 21,20) che riflette la sua convinzione dell'importanza di tale preghiera nella vita della comunità cristiana. I pastori tornano al loro gregge avendo esaurito il compito prefigurativo che Luca a loro assegnato; con un movimento circolare il versetto torna al motivo iniziale, l'annuncio, da cui è scaturito tutto il brano. Ci viene ricordato che i pastori hanno udito e visto, perché il percorso del credente va dall'ascolto della predicazione ad una sua verifica nella vita: Dio compie le sue promesse, le sue parole sono azioni che cambiano la storia. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima che fosse concepito nel grembo. E' stato osservato che il v. 21 potrebbe seguire immediatamente al v. 7 (relativo alla nascita di Gesù) facendo dei vv. 8-20 una pericope a se stante, un ampliamento teologico al racconto degli eventi, alla ricerca del loro significato più profondo. Sicuramente esso chiude il cerchio degli otto giorni che secondo la legge separano la nascita del figlio maschio dal rito della sua circoncisione e dell'imposizione del nome (cfr. Gn 17,12; Lv 12,3). Come nel testo relativo a Giovanni (1, 59) Luca non si sofferma sulla circoncisione, ma sul valore del nome del bambino. Qui il racconto è molto breve, a differenza di quello parallelo in Lc 1,59-66, e i genitori non sono nominati, neppure Maria che secondo le parole dell'angelo avrebbe dovuto imporre il nome al figlio (1,31); tutto sembra procedere come per comando divino per un bambino destinato ad una missione unica. Infine notiamo che il v. 21 ci collega al breve testo sulla purificazione (22-24) che completa l'osservanza della legge (cfr. Lv 12,1-8). L'insistenza dell'evangelista sull'osservanza delle prescrizioni della Legge da parte di Maria e Giuseppe mette in luce la loro fedeltà alle tradizioni giudaiche ed è indirettamente una risposta alle critiche mosse più tardi ai cristiani, mostrando quanto Gesù sia radicato nella tradizione biblica e quindi in Israele. MEDITIAMO - La figura e l'atteggiamento di Maria su quali punti sfidano la mia vita di fede? - Come il testo di questa festa mi fa guardare al legame tra Antico e Nuovo testamento? - Rileggere nella sua interezza il racconto di Luca sulla nascita di Gesù (2,1-24) per raccogliere i riferimenti e i suggerimenti interni al testo. PREGHIAMO Salmo Responsoriale (dal Salmo 66) Dio abbia pietà di noi e ci benedica. Dio abbia pietà di noi e ci benedica, su di noi faccia splendere il suo volto; perché si conosca sulla terra la tua via, la tua salvezza fra tutte le genti. Gioiscano le nazioni e si rallegrino, perché tu giudichi i popoli con rettitudine, governi le nazioni sulla terra. Ti lodino i popoli, o Dio, ti lodino i popoli tutti. Ci benedica Dio e lo temano tutti i confini della terra. Colletta Padre buono, che in Maria, vergine e madre, benedetta fra tutte le donne, hai stabilito la dimora del tuo Verbo fatto uomo tra noi, donaci il tuo Spirito, perché tutta la nostra vita nel segno della tua benedizione si renda disponibile ad accogliere il tuo dono. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio... |