Omelia (12-12-2002) |
Paolo Curtaz |
Commento Matteo 11,11-15 Gesù nel vangelo di oggi tesse le lodi di suo cugino Giovanni Battista, il più grande tra tutti gli uomini. Profeta ancora tutto legato all'Antico Testamento, uomo rude, personalità complessa, fustigatore dei costumi rilassati di ogni tempo, Giovanni è l'efficace simbolo di tutti i testimoni di Dio che hanno suscitato – e suscitano – contraddizione e violenza. Allora come oggi, la verità che viene da Dio, che smaschera l'ipocrisia di tutti i potenti – Erode insegna – viene spazzata via, normalizzata, decapitata. Meglio una religiosità asservita al potente di turno, meglio una profezia che confermi invece che inquietare, una fede sorniona piuttosto che una testimonianza scomoda. Il regno soffre violenza, che scoperta, ne sanno qualcosa i ventisette milioni di cristiani (!) uccisi nel luminoso ventesimo secolo, ne sanno qualcosa i tanti cristiani, religiosi, missionari, catechisti, che denunciano i soprusi e le ingiustizie di questo nostro tempo che non porta sviluppo ma dipendenza. Ho conosciuto e conosco fratelli che sanno di potersi alzare una mattina con una bomba sotto la macchina o un killer che li aspetta. Il regno soffre violenza e i violenti se ne impossessano, cioè i forti, i decisi, non i tentennanti. Davanti a Giovanni Battista il nostro cristianesimo da poltrona e pantofole vacilla, le nostre comode devozioni impallidiscono: è il tempo dei forti – non degli arroganti – e testimoniare il Maestro Gesù può talora rappresentare una scelta controcorrente... Ci è mai costata una presa in giro la nostra appartenenza al Vangelo? Un'occhiata di compatimento la nostra affermazione a favore della vita o dell'onesta al lavoro? Una battutaccia la nostra fedeltà al nostro coniuge? Questo accade, amici, nei nostri tolleranti tempi, se siete cristiani un po' politicamente scorretti, non fanatici ma fedeli all'essenza del Vangelo, preparatevi a qualche piccola persecuzione. E se – invece – non vi è mai successo di dover pagare a causa della vostra fede, delle due l'una: o vivete in un monastero o proprio non si vede che siete discepoli! Il regno soffre violenza, Signore, Giovanni Battista ne sa qualcosa, tu ne sai qualcosa. Anche a noi, talora, facciamo delle scelte di fedeltà del vangelo che ci costano. Dacci il coraggio della fedeltà, Signore, dacci l'ardore dei martiri e la semplicità dei profeti. Marana thà, vieni Signore Gesù! |