Omelia (13-12-2002)
Paolo Curtaz
Commento Matteo 11,16-19

Gesù viene accusato di essere un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori...
I benpensanti di tutti i tempi restano scossi dalla libertà interiore del Signore Gesù e – sinceramente – forse anche a noi siamo spiazzati dal volto di Dio che Gesù svela, il volto di un Dio che ama la vita e ne gode le gioie. Non siamo forse abituati ad immaginarci un Dio serioso? A pensare al cristiano come a colui che rinuncia alle gioie della terra? Al cristianesimo un po' dolorante e sofferente che tiene lontano gli uomini contemporanei, Gesù contrappone una visione dell'uomo che gioisce delle bellezze della vita, che ne gode consapevolmente riferendole a Dio. Quanto dobbiamo imparare dal Maestro! Come ci suggerisce un rabbino di poco posteriore a Gesù: "Dio ci chiederà conto di tutte le gioie che non avremo vissute". Se una testimonianza i cristiani sono chiamati a dare a questo nostro tempo è proprio quello della gioia, del lasciare questa immagine doloristica e pietistica di Dio per riappropriarci della gioia di vivere che Gesù ci dona. Gesù vero uomo, uomo perfetto, ha pienamente gioito dell'amicizia, della festa, delle bellezze della sua terra, ha sorriso guardando ai bambini che litigano per un gioco, ha saputo prendere spunto dall'emozione provata davanti a un tramonto o ai biondi campi di grano per parlare del Regno. Siamo chiamati a riappropriarci di una piena umanità, i cristiani sono chiamati a diventare testimoni di piena umanità. Non facciamo i capricciosi allora, mai contenti della vita, di noi, degli altri, di Dio, sappiamo cogliere da dentro il grande dono che Dio ci ha fatto chiamandoci prima alla vita e poi alla salvezza. Oggi, amici, siamo chiamati, là dove vivremo, a testimoniare la nostra piena umanità, come fece il Maestro Gesù.

Sei stato chiamato mangione e beone, perché – allora come oggi – pensiamo alle cose dello Spirito come contrapposte alle gioie della vita. Tu invece, Signore, ci insegni a rendere grazie di tutto ciò che oggi riceveremo. Marana tha, vieni Signore Gesù!