Omelia (16-12-2002) |
Paolo Curtaz |
Commento Matteo 21,23-27 Gesù, dunque, insegna con autorità, un'autorità che gli viene addirittura riconosciuta dai suoi nemici, un'autorità che originerà stupore nei suoi concittadini che – anzi – notano la differenza tra il modo fresco e significativo di parlare di Gesù e quello abitudinario e stanco degli scribi. Lo scandalo degli anziani e dei dottori della legge nasce dal fatto che davvero Gesù non ha nessun tipo di autorità: non è uno scriba, non si è preparato per anni a leggere e interpretare i rotoli della Torah; non è neppure un discepolo di una Jeshiva, come Saulo di Tarso discepolo del grande rabbino Gamaliele; Gesù è il figlio di Giuseppe, falegname di Nazareth e tutta la sua autorevolezza deriva dalla sua straordinaria capacità di vivere e di amare e dalla sua conoscenza perfetta di Dio continuamente nutrita nella preghiera e nella riflessione... Gesù è poco controllabile, poco inquadrato, sfugge a qualsiasi definizione, è temuto dall'autorità religiosa del suo tempo perché, diversamente da tutti gli originali di tutti i tempi, Gesù obbedisce solo al Padre. Il nostro mondo dimentica l'autorevolezza che deriva dall'esperienza, in un'epoca fatta di specialità, per cui un giovane studia per decenni per essere pronto ad affrontare il mondo del lavoro; abbiamo bisogno di persone significative che ci guidino sulle strade della vita, che ci insegnino la difficile arte del vivere. Gesù, Maestro autodidatta, è credibile perché non recita una lezione su Dio, ma parla della sua esperienza, è credibile perché non fa della sua cultura un'arma per affermare una diversità o per affermare un potere, ma davvero la usa per condurre il popolo semplice alla presenza di Dio. A distanza di duemila anni, nell'epoca dei tuttologi, la sua parola resta immutata, comprensibile, perché parla ai cuori, perché riempie di vita, perché dona la luce di Dio. La tua Parola autorevole, Maestro Gesù, continua ad insegnarci a vivere, dopo duemila anni. Abbiamo bisogno di luce, Signore, in questi tempi confusi, abbiamo bisogno di certezza e tu solo ce le puoi dare: vieni Signore Gesù, Marana tha! |