Omelia (18-12-2002) |
Paolo Curtaz |
Commento Matteo 1,18-24 Grazie a Matteo in questa novena di Avvento ci viene raccontata la versione dei fatti della nascita di Gesù da parte di Giuseppe, suo padre. Per Matteo era importante dimostrare ai suoi lettori che Gesù provenisse dalla discendenza di Davide, per via paterna. Di Giuseppe sappiamo ben poco, la sua figura resta come nascosta dietro quella molto più imponente di Maria, sua amata sposa. Eppure ciò che Matteo ci dice in pochi versetti è sorprendente... Dunque Maria e Giuseppe erano fidanzati, promessi sposi: potevano benissimo avere bambini e l'unico che sapeva che questo bambino non era suo era proprio Giuseppe il quale, seguendo la legge, avrebbe dovuto denunciare Maria la cui sorte sarebbe stata la lapidazione. Ma Giuseppe – osiamo immaginarci il suo dubbio, il suo tormento? – trova una soluzione: scioglierà la promessa, salvando Maria. Giuseppe è mite e giusto, non si arrende all'evidenza, mette a tacere tutti i terribili pensieri di tradimento e vendetta che gli abitano il cuore. Durante la notte un angelo gli dona la spiegazione di ciò che sta accadendo: Dio gli ha soffiato la ragazza! Giuseppe, costernato si alza e che fa? Da retta al sogno e prende con se Maria. Grazie, amico Giuseppe, padre amato di Gesù, perché hai creduto al Dio dell'impossibile, perché hai accettato di farti buttare per aria la vita da Dio, perché hai creduto, sul serio, che il Dio della promessa potesse servirsi della tua amata Maria per entrare nella storia. Rendici capaci di sognare, di lasciare che Dio ci cambi la vita, se serve a salvare l'umanità, e continua tu a vegliare sulla Chiesa. O Signore, guida del tuo popolo, che hai dato la Legge a Mosè sul monte Sinai: vieni a liberarci con la tua potenza. |