Omelia (06-01-2011) |
don Luca Orlando Russo |
«Abbiamo visto sorgere la sua stella» I Magi alla ricerca di un re. Un altro re e una città turbata. Diversi personaggi si muovono sul palcoscenico di questo brano, ma solo alcuni di loro sono persone veramente sagge perché hanno scoperto il segreto della gioia. Come hanno fatto? Vediamo. Ci sono anzitutto i Magi. Non basta aggiungere una "h" (maghi) per capire chi sono questi personaggi venuti dall'oriente. Probabilmente erano persone colte, forse astrologi o scienziati ... Insomma, il meglio della sapienza orientale. I sapienti Magi si lasciano guidare da una stella. Non sanno dove si trova il re dei Giudei che è nato, eppure seguono con fiducia l'astro luminoso. A Gerusalemme ci sono altri sapienti. In Israele il sapiente è colui che conosce la Parola del Signore. I capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo conoscono la Legge e i Profeti, attendono il Messia, sanno che nascerà a Betlemme, ma questa conoscenza serve a ben poco. In realtà non si fidano fino in fondo, non si lasciano guidare dalla Parola di Dio. Non potrebbe essere questo il momento atteso da secoli? Perché questo bambino non potrebbe essere il Messia promesso dalle Scritture? Ecco un primo tratto del vero sapiente: è colui che accetta di lasciarsi guidare. I Magi si sono fidati della stella e sono partiti per un lungo viaggio. Arrivati a Gerusalemme la stella è scomparsa, ma loro si informano, chiedono, cercano, perché devono arrivare dal re. E i sapienti di Israele con il loro re cosa fanno? Stanno fermi a Gerusalemme, turbati! Secondo tratto del nostro identikit: il vero sapiente non aspetta passivamente che le vicende facciano il loro corso, ma si dà da fare per cercare il re. I Magi cercano il «re dei Giudei che è nato» e, giunti a Gerusalemme, si trovano di fronte ad un altro re. Erode il Grande regnava in quel tempo a Gerusalemme. Era di origine idumea (una regione a Sud della Palestina), quindi non era considerato un vero ebreo, e non era un discendente del re Davide. La sua reazione all'udire che è nato un re è il turbamento. Erode poi, cercherà di ingannare i Magi per ottenere informazioni riguardo al pericoloso bambino che è nato. Accanto al re Erode ci viene presentato il re Gesù. Gesù nasce nel piccolo villaggio di Betlemme (dove Davide era stato unto re!) e discende da Davide attraverso il suo padre putativo Giuseppe. Nonostante i timori di Erode, Gesù è tranquillo e non mette in pericolo il regno. Un inno della Liturgia del periodo di Natale dice così: «Perché temi, Erode, il Signore che viene? Non toglie i regni umani, chi dà il regno dei cieli». Quindi ci sono due re. Chi scegliere? Vediamo che l'interesse dei Magi è unicamente orientato verso Gesù: «Al vedere la stella provarono una grandissima gioia!». Terzo tratto: il sapiente riconosce il vero re. I Magi giunti davanti a Gesù si prostrano ed offrono i loro doni. La Chiesa ha visto in essi dei simboli profetici: l'oro rivela la regalità di Gesù, l'incenso la sua divinità, la mirra la sua umanità, poiché prefigura la morte e sepoltura del Signore. Non solo. L'Antico Testamento aveva già preannunciato che i popoli stranieri, riconoscendo finalmente il vero Dio, sarebbero venuti in Israele per adorarlo portando simili doni (cfr. Is 60,1-6; Sal 72). Ora la profezia si compie. Allora sono i Magi i veri sapienti che hanno scoperto il segreto della gioia: si fidano della stella, si mettono in cammino, riconoscono il vero re, il vero Dio. Noi siamo "discendenza" dei Magi, perché apparteniamo a un popolo straniero, non ebreo. Se ci comporteremo anche come "Magi", veri sapienti, Dio si manifesterà a noi. |