Omelia (21-12-2002) |
Paolo Curtaz |
Commento Luca 1,39-45 Continua il conto alla rovescia prima del Natale: Maria ha saputo dall'angelo dell'inattesa gravidanza di sua cugina Elisabetta ed invece di rinchiudersi in se stessa e meditare, eccola in viaggio verso il Nord per andarla a trovare, un viaggio faticoso che compie "in fretta", là dove c'è un bisogno c'è la madre, come vedremo al matrimonio di Cana. Quali pensieri animano il cuore di quest'adolescente? Quante paure e dubbi affollano i suoi pensieri? "Avrò sognato? Cosa è davvero successo?" Finalmente l'incontro tra le due donne, una giovanissima, l'altra attempata, prima di potersi parlare i due bambini già si riconoscono, il Battista scalcia, come se già volesse indicare, mostrare, adempiere alla sua vocazione, lo Spirito Santo ora le avvolge e la gioia esplode: si fanno i complimenti, poi cantano, poi danzano... allora è tutto vero, allora davvero il Dio dei padri non si è dimenticato di noi! Davvero le profezie mille volte ascoltate nella sinagoga, il giorno di sabato, non erano vecchie illusioni, fatue speranze, davvero il Dio dei padri è colui che vede la sofferenza ed interviene! Elisabetta scuote la testa, da persona riflessiva e matura qual è, e chiede alla piccola Maryam: come hai fatto a crederci? Come sei riuscita a credere che l'immenso avrebbe abitato il tuo acerbo corpo per diventare uomo? E la vecchia cugina formula il più bel saluto, il complimento più autentico che mai si potrà fare alla madre del Signore: "beata te che ha creduto!"; sì, Maria, beata te che hai creduto, che ti sei fidata, che ti sei lasciata fare, beata la tua incoscienza che crede nel Dio dell'impossibile, beata la tua disponibilità a lasciarti sconvolgere la vita, a metterti in secondo piano, beata la tua generosità che accetta di pensare al popolo prima che a se, beata la tua fede che ci suscita un po' d'invidia in ogni discepolo dopo di te e tanto, tanto entusiasmo. O Astro che sorgi, splendore di luce eterna e sole di giustizia: vieni, e illumina chi giace nelle tenebre e nell'ombra di morte. |