Omelia (06-01-2011) |
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COMMENTO ALLE LETTURE a cura di don Giampaolo Perugini Quando avviene un terremoto, sia gli scienziati che studiano l'evento, sia i cronisti che comunicano la notizia, sono particolarmente interessati al suo EPICENTRO. L'epicentro è il punto da cui si propagano le scosse sismiche, il luogo della superficie terrestre che sovrasta il punto in cui si è concentrata la massima energia del terremoto nelle profondità della terra (ipocentro). Nel campo della medicina EPICARDIO è la membrana che riveste la superficie esterna del cuore, l'organo vitale che pulsa il sangue in tutte le parti del nostro corpo. EPIFENOMENO è qualcosa che va insieme e consegue a un determinato fenomeno. Per esempio nel caso di un fuoco che arde, la luce o il calore che lo accompagna oppure il fumo che sprigiona sono i suoi epifenomeni. EPIFANIA quindi - dal greco: èpi-phàinein = apparizione/manifestazione in superficie [della realtà più importante e profonda] - è il punto da cui si propaga l'energia dell'amore di Dio nel tempo e nella storia, il luogo e il momento in cui si concentra o si esprime sulla superficie terrestre la manifestazione visibile della realtà più profonda e inaccessibile di Dio. L'Epifania è la luce e il calore che accompagna il fuoco del Natale, il mistero dell'Incarnazione del Verbo, cioè il fenomeno più straordinario che si possa verificare e sperimentare: Dio si rende visibile nell'umanità di Gesù. Il cuore di Dio pulsa d'amore nel cuore dell'uomo. L'infinito entra nel finito. La debolezza si riempie dell'onnipotenza. La vita immortale illumina e scalda la vita che era destinata a morire. Il senso e l'importanza della festa dell'epifania Così come quando si legge un romanzo o si assiste a un film dalla storia avvincente, non si vede l'ora di conoscere il finale... allo stesso modo, con la scena dei Magi che vengono per adorare Gesù bambino e si prostrano davanti a Lui riconoscendolo come Signore, si anticipa il finale nel bel mezzo della storia. Tutte le genti, di ogni lingua, razza, nazione, verranno da Gesù e lo riconosceranno come Re dell'universo e Salvatore dell'essere umano. Tutti gli uomini che cercano la via, la verità, la vita, alla fine del loro lungo cammino la troveranno e la riconosceranno presente nell'umile figlio di Maria, della dinastia di Davide, nato a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Tutte le persone che cercano il senso primo e ultimo delle cose, che hanno il coraggio d'incamminarsi attratte e guidate dalla propria conoscenza scientifica o dalla propria religione, troveranno in Cristo Gesù il culmine e la fonte di tutto ciò che esiste e davanti a Lui s'inginocchieranno provando un'incontenibile gioia. personaggi a confronto: i Magi e il re Erode 1 I Magi non conoscono la Bibbia, non hanno avuto alcuna rivelazione da parte di Dio, ma scrutando e interpretando gli eventi della natura si sono accorti che sta accadendo qualcosa di straordinariamente importante, e si sono lasciati coinvolgere, si sono messi in gioco. 2 Erode conosce le antiche profezie ed è il re del popolo eletto, al quale Dio si è rivelato. Eppure non si accorge di nulla. Non ci può essere nulla d'importante per chi ritiene importante solo se stesso. 1 I Magi si sono messi alla ricerca, in cammino. Hanno lasciato qualche abitudine, qualche sicurezza. Hanno affrontato un lunghissimo, scomodo, faticoso viaggio. 2 Erode non cerca niente. Si trova seduto sul suo trono, nella comodità della sua reggia. Neanche quando capisce che i Magi hanno ragione si alza. Dice di tornare da lui a riferirgli. Non c'è nessun Dio da cercare fuori da qualche parte, quando lo si è già trovato nel proprio io e dentro il proprio orgoglio. 1 I Magi provarono una grandissima gioia. 2 Erode restò turbato. 1 I Magi si preoccupano solo di non perdere il privilegio di adorare il Re che è nato. 2 Erode è preoccupato di perdere i propri privilegi e di non essere più lui il solo Re. 1 I Magi trovano quello che hanno tanto desiderato e cercato. Videro il bambino e a Lui offrirono i propri doni. 2 Erode non troverà mai quel bambino e cercherà di ucciderlo facendo strage d'innocenti. spunti per la nostra vita • Nella nostra vita e nella nostra fede siamo in cammino o siamo fermi? • Siamo disposti a scomodarci per cercare Gesù o stiamo pigramente bene con noi stessi? • Cerchiamo la vita comoda o la vita buona? Cerchiamo di stare meglio o di fare meglio? • Seguiamo la stella, cioè l'insegnamento della Chiesa, meditando gli eventi alla luce della Bibbia o seguiamo i nostri impulsi scegliendo in base ai soli sentimenti o magari affidandoci alla fortuna e alle predizioni dell'oroscopo? • Siamo gioiosi oppure siamo turbati? Irradiamo pace o siamo nervosi e inquieti? • Siamo impegnati a difendere il nostro potere e il nostro orgoglio o ci inginocchiamo dinanzi al Dio che abita ogni uomo (soprattutto il povero) per offrirgli ciò che abbiamo di prezioso? Se non siamo come i Magi, prima o poi saremo come Erode. Se non riconosciamo nell'umiltà di Dio la verità e la gioia del nostro essere uomini, prima o poi col nostro egoismo e la paura di perdere qualcosa - che si trasformeranno in rabbia - faremo strage d'innocenti. Se non siamo capaci di incamminarci verso Gesù che vuole sempre nascere e manifestarsi nella nostra vita, lasciando per questo qualcosa dei nostri rigidi schemi, consolidate abitudini, presunte certezze, assolutizzate sicurezze, allora non lo incontreremo mai e non potremo mai sperimentare la gioia dei Magi e sperimentare il lieto fine della nostra vita. Quando vedo un bambino e lo fisso negli occhi, rimango stupito della purezza e della bellezza, dell'infinito luminoso che vi scorgo dentro. Quando vedo un bambino e lui mi fa un sorriso io sperimento il paradiso in quell'innocenza, percepisco una manifestazione di Dio su questa terra e attraverso la gioia che mi dona lo sento entrare in me. Penso a Gesù bambino. Lo cerco e lo adoro nel mistero di questa liturgia. Lasciamo stare per questo giorno la storiella magica della brutta Befana e, imitando i Magi, lasciamoci incantare dalla bellissima Epifania! |