Omelia (06-01-2011) |
don Luigi Trapelli |
Il cammino dei Magi: un autentico percorso di fede Concludiamo il periodo natalizio con questa solennità che è il segno della manifestazione di Gesù alle genti. Il racconto di Matteo è molto sobrio e scarno. Non si ferma su particolari secondari, ma punta all'essenziale. Al centro vi è la figura dei Magi e la loro ricerca del Messia. Vi è una contrapposizione forte tra Betlemme, luogo piccolo povero e Gerusalemme la capitale. Tale città diventa il luogo del potere distorto e Gesù vi tornerà solo con la sua morte. I Magi rappresentano tutto il mondo pagano e arrivano al luogo del nascituro grazie ad una stella, essendo esperti astronomi. Però si confrontano con i sacerdoti e con la scrittura, mentre Erode e gli altri capi stanno a guardare con sospetto. Sapevano tutto, additano la strada, ma non ci vanno. I Magi arrivano al luogo della nascita del Messia portando i loro doni e hanno una grande gioia per aver visto il bambino e poi, improvvisamente, scompaiono. Di loro non sapremo più nulla. Che tipo di cammino avranno condotto, saranno giunti alla vera fede... Il cammino dei magi è, comunque, un autentico percorso di fede. 1) Anche loro, come noi, giungono a Gesù grazie a dei segni. La stella, la richiesta ai sacerdoti sul luogo della nascita, non abbandonando l'impresa nei momenti difficili e, infine, incontrando il bambino ed adorandolo. Anche noi oggi abbiamo dei segni quali la Parola di Dio, la Messa, la presenza del fratello, gli insegnamenti di una Chiesa. Spetta a noi, però, non solo additare la strada, ma percorrerla fino in fondo. 2) Il secondo punto riguarda l'apertura del Vangelo ai pagani. E' significativo che le prime persone in grado di adorare il bambino siano proprio i magi e che Gesù nasca nell'insignificante Betlemme. I segni dei tempi sono presenti ovunque e non dobbiamo sentirci padroni della fede o dispensati dal ricercare Cristo. Non siamo nemmeno chiamati a giudicare i nostri fratelli, cogliendo invece il positivo che ogni persona porta con se. La Chiesa ha sempre più bisogno di maestri coraggiosi e di testimoni autentici in grado di rischiare in iniziative volte a favorire il rapporto con chi non frequenta più la Chiesa. Questa è la grande missionarietà a cui siamo chiamati; inventare iniziative perché la gente d'oggi colga una Chiesa esperta in umanità, a partire dallo stile della propria vita. Non è in primo luogo solo un fare fine a se stesso, ma un essere. Scoprire una Chiesa Madre in grado di generare persone alla fede, dando un senso alle mille domande vitali che sono presenti in noi. I magi parlano ancora oggi alla nostra vita per vedere quali tipi di offerte vogliamo dare al Signore. Non oro, incenso e mirra, ma la nostra stessa vita sullo stile di Gesù che è venuto a porre la propria tenda in mezzo alla tenda di noi uomini. |